Washington, 29 nov. (Ap) – Nel dicembre del 2001, assediato nelle montagne di Tora Bora, Osama bin Laden era al di là di ogni dubbio alla portata delle truppe statunitensi quando i comandanti sul campo presero le decisione di non inseguire il leader di Al Qaida: è quanto si legge in un rapporto della Commissione esteri del Senato americano, preparato su richiesta del suo presidente, l’ex candidato Democratico alla Casa Bianca, John Kerry.
La decisione di non insistere sulla cattura di Bin Laden, secondo il rapporto, ha poi contribuito in ultima analisi al rafforzamento dell’insurrezione afgana e ha informato i violenti scontri in atto in Pakistan.
Il 16 dicembre del 2001 Osama, sottolinea il documento, “ha lasciato Tora Bora senza essere ostacolato in alcun modo ed è scomparso nelle zone tribali pachistane”: ma invece di mobilitare le migliaia di effettivi statunitensi presenti sul posto, solo un centinaio di commando, appoggiati da milizie afgane, cercarono di localizzare il leader di al Qaida.
Il rapporto si limita ad esaminare il corso delle operazioni
militari, ma può essere letto anche come un avvertimento nei
confronti di coloro che si oppongono a un rafforzamento della
presenza militare statunitense in Afghanistan, sul quale dovrà
pronunciarsi la prossima settimana l’Amministrazione Obama.
Inoltre, punta l’indice contro alcuni dei dirigenti dell’Amministrazione Bush, in particolare l’ex Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld e l’allora Capo di stato maggiore unificato, generale Tommy Franks: “Il non aver eliminato Al Qaida sul campo di battaglia rappresenta un’opportunità perduta che ha cambiato per sempre il corso dei combattimenti in Afghanistan e il futuro del terrorismo internazionale”.
Mgi
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