Madrid, 18 mar. (Apcom) – Papa Benedetto XVI è “molto mal consigliato” nell’affermare che i preservativi non sono la soluzione per vincere la lotta contro l’Aids, e dovrebbe intonare un “mea culpa”. Lo ha affermato oggi il segretario generale alla Sanità spagnolo, José Martinez Olmos, che secondo quanto riporta l’agenzia Europa Press ha chiesto al pontefice di rettificare le sue affermazioni in modo conforme “all’evidenza scientifica”. “Parlando in questo modo (il Papa, ndr) sta dando un messaggio contrario all’evidenza scientifica e quindi converrebbe una rettifica”, ha detto Olmos all’agenzia spagnola.
Il governo socialista di José Luis Zapatero, che al livello interno si sta scontrando di nuovo con la Chiesa cattolica sulla riforma dell’aborto e ha intrapreso una vasta campagna di promozione dell’uso del preservativo, ha anche annunciato che invierà in Africa un milione di preservativi per contribuire a frenare l’espansione dell’Aids e promuovere la prevenzione di questa malattia. Il ministero della Sanità lo ha reso noto attraverso un comunicato diffuso a Madrid, in cui – senza affatto citare il Pontefice – sottolinea che il preservativo è “uno strumento di dimostrata efficacia per impedire il propagarsi” della malattia.
Nelle prossime settimane sarà convocato un concorso pubblico per l’acquisizione dei preservativi e successivamente si procederà alla loro distribuzione, che sarà effettuata “attraverso le Ong che sono presenti nei paesi africani più colpiti dall’Aids come ad esempio Senegal, Namibia, Tanzania, Angola, Kenya e Burkina Faso”. La nota indica che la misura “si inquadra nella politica di collaborazione internazionale del ministero della Sanità, che negli ultimi anni ha realizzato diverse attività nel Continente nero soprattutto attraverso l’Ong ‘Medicos del Mundo’ (‘Medecines du Monde’)”.
Nei paesi dell’Africa Subsahariana, ricorda il comunicato, “si concentrano il 67% di tutti i malati di Aids e il 72% dei decessi”. In questa parte del mondo “vivono 25 milioni di persone con il virus e si stima che da essa provengano più del 90% dei minori di 15 anni morti di Aids nel mondo (su un totale di 270.000)”. Il ministero sottolinea che “le nuove infezioni crescono a un ritmo 2,5 volte superiori alla disponibilità di risorse sanitarie” e le terapie antiretrovirali “raggiungono solo il 40% della popolazione malata nei paesi in via di sviluppo. Di conseguenza, “la prevenzione è la grande alleata per frenare l’epidemia”.
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