Ubriaco in caserma per sottoporsi all’obbligo di firma: prima insulta poi accoltella un carabiniere ad una mano. È accaduto alle 9.30 di ieri mattina nella caserma dei militari di Cuvio.
L’aggressore è un marocchino di 35 anni residente in paese: è stato arrestato lo scorso Ferragosto dopo un pestaggio a Laveno Mombello. Le accuse a suo carico sono lesioni e porto abusivo di armi. L’autorità giudiziaria, dopo l’arresto agostano, ha disposto a suo carico una misura restrittiva in attesa dell’udienza preliminare: ogni giorno deve presentarsi fisicamente in caserma a Cuvio e firmare davanti ai militari. Un modo per controllare l’indagato. Il quale ha sempre adempiuto all’obbligo in questioni (anche perché la misura altrimenti si sarebbe inasprita) senza mai creare problemi.
Ieri mattina la trafila ha avuto un incipit diverso. L’uomo si è presentato furioso e ubriaco. La furia senza ragione: soltanto rabbia dovuta allo stato di alterazione causato e alimentato dall’alcol. I carabinieri hanno inizialmente avuto un atteggiamento bonario nei confronti del marocchino: hanno cercato di parlare con lui e di calmarlo. Il marocchino, però, era tuttofuorché un uomo in grado di calmarsi. Nervosismo, insulti, grida: una vera sceneggiata con l’ubriaco che dava in escandescenza. A quel punto i militari hanno mantenuto un atteggiamento fermo. Con decisione hanno cercato di bloccare l’uomo affinché potesse smaltire la sbronza senza causare ulteriori problemi.
È a quel punto che il marocchino è diventato violento: ha strattonato i militari ed estratto un coltellino. La lama corta (cinque centimetri) ma molto affilata. Prima ha cercato di ferirsi: autolesionismo dettato dall’alterazione. A quel punto, per evitare che il marocchino si facesse male davvero, uno dei militari si è avvicinato a lui per disarmarlo. E il quel momento l’uomo ha sferrato un fendente con il coltello. Il militare è stato colpito alla mano sinistra alzata d’istinto per bloccare l’aggressore. Un taglio fortunatamente superficiale che ha costretto comunque il militare a ricorrere alle cure ospedaliere. Il marocchino a quel punto è stato ammanettato: risponde di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Per lui si sono aperte le porte del carcere. Il pubblico ministero ha già chiesto la convalida dell’arresto.
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