Aggredita e inseguita al parco Paura per una donna a Venegono

VENEGONO SUPERIORE Lui la insegue in mezzo al parco, lei cerca di scappare, lui la chiama per nome, cerca di fermarla, le intima di aspettarlo e la raggiunge. Potrebbe sembrare la scena di un litigio tra innamorati, se non fosse che tra i due non c’è alcun rapporto. Invece è l’epilogo di una angosciante storia di stalking, l’ennesima che si consuma nella quotidianità disarmante di un paesino di provincia. Una scena che si è ripetuta per due volte nell’arco

di tre giorni. La donna in questione, che per ragioni di privacy ha preferito mantenere l’anonimato, ha paura e dopo l’ultima aggressione ha deciso di raccontare la vicenda: «Domenica pomeriggio al parco Pratone di Venegono Superiore, per sfuggire alle attenzioni di questo malintenzionato, mi sono fatta aiutare da una famiglia che stava passando di lì – racconta ancora scossa per l’accaduto -. Mi sono fatta scudo dietro le spalle di un signore, che si è preso anche qualche spintone nel tentativo di sottrarmi a quel personaggio che ha cercato di mettermi le mani addosso. Ho avuto fortuna nel trovare aiuto, altrimenti temo che ora starei a raccontare qualcosa di diverso. Ieri (martedì, ndr) è successo di nuovo, lo stesso personaggio mi ha raggiunta e ha cercato di fermarmi, davanti a tutte le persone che erano al parco mi ha detto “ti devo avere a ogni costo”. Una frase che mi ha fatto gelare il sangue nelle vene». E’ un racconto denso di paura, quello della venegonese: «Entrambe le volte me la sono cavata, anche grazie alle persone che mi hanno aiutata. Ieri ho chiamato i vigili, domenica i carabinieri. Mi hanno detto che devo raccogliere testimonianze e prove. Spero che venga messo in condizione di non nuocere a me o ad altre donne».
Racconta di conoscere di vista il suo aggressore, un uomo a suo dire «instabile, dedito all’abuso di alcol», che da oltre un anno e mezzo la perseguita pedinandola, chiamandola a qualunque ora del giorno, stazionando davanti a casa sua: «Me lo sono trovato anche sul pianerottolo all’inizio non ci facevo caso. Poi le sue attenzioni sono diventate sempre più insistenti, sempre più pressanti, sempre più fastidiose. Non aveva mai cercato di mettermi le mani addosso, non si era mai spinto così oltre. Ora ho paura, domenica era giorno, c’erano delle persone che mi hanno aiutata, ma cosa faccio se lo incontro da sola? Non esco più di casa? spero che le forze dell’ordine possano darmi un aiuto concreto, liberandomi da questa angoscia». Al momento le forze dell’ordine stanno valutando l’opportunità di un trattamento sanitario obbligatorio per l’uomo.

b.melazzini

© riproduzione riservata