Airport Handling: buona la prima «Il futuro? Quote per i dipendenti»

«Perché dovrebbe essere caccia ai privati? Noi pensiamo che si debbano far partecipare i lavoratori, che si possa pensare a quote loro in Airport», dichiara Andrea Orlando, segretario regionale di Flai Trasporti e Servizi.

Mentre il primo giorno “di scuola” di Airport Handling (ieri) dice che la prova è stata superata, è già tempo di sfide da affrontare. In attesa che l’Unione Europea si esprima sulla newco di servizi di terra a Malpensa e Linate, il sindacato rilancia scommettendo sulle chance di vita della nuova nata.

«Sono fiducioso anche sulle possibilità di rilancio di Malpensa, Etihad non si lascerà sfuggire il business che c’è qui», commenta Orlando.

Ieri, intanto, lo start up della nuova società di handling che ha già conquistato almeno l’80% dei vettori prima clienti di Sea Handling. Ci sono dettagli da affinare, come le divise del personale non ancora a disposizione di tutti i 1.700 dipendenti, ma l’avvio è avvenuto senza problemi.

Sea Handling lascia il posto alla neonata Airport Handling che si occuperà di carico e scarico bagagli, servizi rampa, check-in nei due scali gestiti da Sea con il 20 per cento in meno di forza lavoro rispetto a Sea H (da 2.200 a 1.700 dipendenti). «La capacità lavorativa è stata ridotta, ma siamo pronti alla sfida», dichiara il segretario della FlaiTS.

«Il valore aggiunto di Airport Handling è e sarà la qualità del lavoro grazie alla formazione sempre più mirata del personale».

Dinnanzi a una concorrenza che fa dei minori costi per le compagnie aeree il cavallo di battaglia del futuro, le organizzazioni sindacali presenti in Sea rispondono con un punto di forza indiscutibile: la qualità. «Non si tratta di semplici addetti, a partire dal personale al check-in che si interfaccia con le compagnie aeree e compie un lavoro dedicato, da riconoscere», evidenzia Orlando.

«Dobbiamo lavorare per esportare la professionalità presente in Airport Handling, creare un accordo commerciale con altri aeroporti e andare a prenderci il lavoro anche in altri scali. Seguire il vettore per servirlo, ovunque vada».

Airport Handling nasce dopo l’intervento pesante della Commissione europea che ha comminato a Sea Handling una sanzione da 360 milioni di euro (con gli interessi diventata di 452 milioni) per le ricapitalizzazioni ottenute da Sea spa nel corso degli anni giudicate aiuti di Stato da Bruxelles.

Il pagamento della multa, impossibile per le casse di Sea Handling, avrebbe significato il fallimento della società. Da qui la cessione delle attività a partire da ieri con la chiusura definitiva di SeaH e una discontinuità industriale con Airport Handiling.

Resta però da trovare uno o più soci privati che entrino nella newco come indicato dalla Commissione europea. Ed ecco, appunto, sollevarsi il pensiero della Flai che fidelizza i lavoratori alla nuova azienda per farne un vero punto di forza. Niente paura del domani, da affrontare a testa alta.

La partita è perché Airport Handling si conquisti quote di mercato proprio attraverso la propria forza lavoro, perno centrale di un’attività di handling.

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