Fischi, urla da stadio con gente in piedi sugli spalti, cellulari utilizzati come enciclopedie quando non si poteva assolutamente farlo, e poi la ressa a fine prova, mentre la commissione d’esame era stata chiara nel chiedere a tutti di stare seduti al proprio posto per una consegna ordinata dei compiti.
È stato un delirio, il concorso per 4 posti da infermiere a tempo indeterminato all’azienda ospedaliera di Gallarate. Ieri mattina, al palazzetto dello sport di Monza, sono intervenute persino quattro pattuglie dei carabinieri, chiamate dagli organizzatori del concorso per cercare di riportare la calma. Infine è arrivata pure la polizia.
Su 3.300 iscritti si sono presentati in 1.757, provenienti da tutta Italia. Per far procedere i lavori in maniera più snella, l’identificazione dei concorrenti è iniziata alle 9, un’ora prima dell’apertura della prova, ma in molti hanno aspettato fino all’ultimo ad entrare, contribuendo a generare ritardo.
L’azienda ospedaliera ricorda che le condizioni di svolgimento dell’esame erano indicate chiaramente sul sito. Il giorno prima, in largo Boito, la predisposizione di oltre 9mila fotocopie (3 le buste tra cui scegliere) per distribuire a tutti la busta scelta a caso da un candidato.
Venti le domande a risposta chiusa multipla, ovviamente uguali per tutti, ma in ordine diverso per evitare copiature.
Nonostante tutti gli accorgimenti presi, ieri è stato il caos a Monza. «Abbiamo adempiuto al meglio a garanzia del buon esito del concorso – rende noto l’azienda – Il nostro impegno è stato enorme prima e durante la prova, con 50 nostri dipendenti a controllare (abbiamo chiuso l’ufficio personale ieri) e 10 vigilantes del palazzetto arruolati».
Eppure «molte persone hanno dato il peggio di sé rifiutandosi di lasciare un documento d’identità per andare in bagno, gettandosi tutti insieme nella riconsegna del compito. E pensare che si tratta di infermieri che un domani devono stare in corsia a contatto diretto con i malati». Critiche per una donna incinta alla quale è stato permesso di andare in bagno.
«È successo il finimondo – denuncia Nursid, il sindacato degli infermieri – È una prova da annullare e rifare. Crediamo sia stato un problema organizzativo, troppi concorrenti e pochi controllori. Ci sono persone che hanno usato il cellulare, altre hanno corretto le risposte mentre erano in fila per la consegna, altre sono addirittura uscite dal palazzetto con la busta».
Nursid chiede perché non sia stat utilizzata una struttura del Varesotto, ma l’azienda ha valutato «costi e capienza, soltanto l’affitto del palazzetto è costato 2.000 euro». Prova pratica il 9 aprile, salvo diverse decisioni dell’azienda.