– Si è abituati a pensare che la Befana abbia tante qualità (la più importante sono i doni che porta con sé), tra le quali, però, non spicca certo la bellezza.
È anziana, un po’ acciaccata e ricurva sulla schiena: tante ne ha viste, viaggiando sulla sua scopa, e altrettante ne ha fatte. Eppure, agli innocenti occhi dei bambini, capaci come nessuno di cogliere immediatamente la vera essenza di un avvenimento, la “vecchietta volante” arrivata ieri all’ospedale Del Ponte ha avuto pure una sua valenza estetica.
«Com’è bella la Befana!» ha continuato a ripetere la piccola Giulia, intabarrata nel piumino, il viso da furbetta e tanta felicità per aver ricevuto una calza rosa ricolma di regali. Un’esclamazione che – con il corredo di baci e abbracci affettuosi – ha sciolto definitivamente il cuore della signora con la scopa, al secolo
, vigile del fuoco in pensione che da tredici Epifanie si presta al ruolo.
Sono infatti ormai 15 anni che, puntuale ogni 6 gennaio, la Befana si palesa all’interno del reparto di Pediatria accompagnata dai vigili del fuoco di Varese. Per Marengoni e gli altri pompieri apprezzare un sorriso sul volto dei bimbi ricoverati e non solo è una gioia irrinunciabile.
«È una gratificazione enorme vederli felici. Quest’anno, poi, la partecipazione di alcuni è stata davvero commovente ed io non posso che essere contento. Quando una Befana si sente addirittura dire di essere bella, si raggiunge il massimo» ha esclamato il vigile ridendo.
E lo ha fatto abbracciando il nipote Simone, fiero nella sua piccola divisa, probabile futuro pompiere e, chissà, magari un giorno futura Befana in grado di far felici altre generazioni di bimbi.
/>«È una tradizione cui siamo molto affezionati – spiega invece , referente dell’associazione Ponte Del Sorriso che si occupa, con un esercito di volontari, di fornire assistenza ai piccoli degenti del reparto – I vigili non mancano mai, nemmeno tre anni fa quando nevicò abbondantemente: sono addirittura venuti a prendermi a Barasso con una jeep per portarmi qui».
Quello dell’Epifania non è nemmeno l’unico appuntamento in collaborazione con il Corpo: a ottobre viene organizzata una visita nella caserma per consentire ai bimbi di scoprire da vicino il mondo del pronto intervento.
Niente può essere lasciato al caso con loro: sono attenti ad ogni particolare e una Befana che arriva in modo talmente inconsueto abbisogna di una spiegazione credibile. Così è avvenuto.
«È stata dura, non trovavo più la strada – ha esordito Marengoni appena entrato – Dopo aver volato sopra le montagne, sono arrivata a Varese e ho fortunatamente trovato i pompieri: mi hanno portata in ospedale».
Di seguito il giro stanza per stanza, a consegnare le calze ricche di pensierini: niente carbone, chi è qui merita solo un pizzico di gioia per la resistenza al destino che sta dimostrando.
Il gesto commuove tanti genitori e apre il cuore di tutti i degenti, da quelli in età tenerissima a quelli un poco più grandicelli.
Francesco, non arriverà a due anni, è in braccio alla mamma e si accaparra la calza, per nulla turbato dai flash dei fotografi e dalla confusione. Poco più in là, una bambina dagli occhi cerulei ringrazia la Befana e poi le chiede, seria e un po’ preoccupata: «Adesso volerai via?».