– Vittorio Cosma torna a Venezia con la colonna sonora di “Our War”.
Verrà presentato fuori concorso il 9 settembre, alla 73ma edizione della Mostra internazionale del cinema, il film che racconta la storia dei foreign fighters in lotta contro l’Isis, nel teatro di guerra più difficile e significativo degli ultimi decenni.
«I protagonisti sono tre ventenni – racconta il compositore nato a Comerio – Joshua Bell, Karim Franceschi, Rafael Kardari: un ex-marine statunitense, un attivista politico italiano,
una guardia del corpo svedese». Tutti si sono arruolati nella YPG (Unità di Protezione Popolare), le milizie operanti nel nord della Siria per lottare contro l’autoproclamato Stato Islamico, e mettendo da parte agi, famiglia, stato sociale e vita tranquilla.
«Conoscevo la storia perché Elio (di Elio e le storie tese, di cui Cosma è tastierista) me ne aveva parlato mentre leggeva il libro di Karim, che è andato come cooperante e poi ha deciso di prendere il fucile per una causa che non lo toccava direttamente».
In un mondo «d’individualismo spinto, è nobile l’idea di combattere per una causa giusta. Resta il problema morale rispetto alla violenza, ma diventa difficile e discutibile qualunque posizione, anche se in questo caso combattono contro l’Isis». Il processo creativo per fondere musica e immagini «è differente rispetto al consueto. Bisogna entrare in punta di piedi in una realtà già drammatica, altrimenti l’insieme diventerebbe retorico e di cattivo gusto». Servono leggerezza e compassione nel senso più grande dei termini.
«È un documentario bello e commovente, nel quale emerge la realtà della guerra che è più forte di qualunque fiction. Sono giovani con i loro sogni e la voglia di pace. La causa curda ha dimostrato che se non hai un’economia nessuno ti considera. Dopo la seconda guerra i curdi sono dispersi tra Iraq, Turchia e Siria, ma nessuno li vuole. Eppure sono una delle realtà più evolute. Forse per questo fanno paura: sono per un socialismo riveduto e corretto, per la libertà di religione, per la parità di genere e scardinano i principi del capitalismo. È una battaglia difficile, meritano rispetto». Per il brano finale, Cosma voleva un madrelingua «perché è un documentario che andrà in tutto il mondo. Allora ho coinvolto il mio “fratellone” Eugenio Finardi, che condivide l’idea di combattere quando significa lottare per i propri diritti, per avere giustizia, per qualcosa di non materiale o speculativo. Un po’ con quello spirito che c’era negli anni ’60 e ’70 e che poi s’è disperso in edonismo sfrenato». È nata così la canzone “Our War” come il titolo del film, «semplice e vera, scritta insieme in una giornata, voce, armonium e chitarra. A Venezia presenteremo il videoclip in anteprima».