Al mercato di Varese una crociata anti-falsi

VARESE (a.morl) Le contraffazioni non danneggiano solo le imprese commerciali, ma anche gli ambulanti onesti. La pensa così Antonio Veraldi che da tre anni vende borse al mercato di piazzale Kennedy. «Soffriamo per la concorrenza sleale di chi vende prodotti contraffatti» spiega. «Noi ambulanti fissi non possiamo neppure pensare di mettere sui banconi finte griffe perché riceveremmo subito una multa. Sono gli ambulanti abusivi, quelli che non pagano le tasse, a smerciare le contraffazioni. Il problema è

che le false griffe sono le preferite dai consumatori e continuano ad essere molto richieste».
Il fenomeno della contraffazione è diventato nel nostro paese un vero e proprio sistema industriale e commerciale. Si stima un giro d’affari di 7 miliardi di euro che si trasferiscono dalle tasche degli italiani ad organizzazioni criminali di stampo mafioso. La portata del problema è evidenziata da Rodolfo Calzavara, presidente provinciale della Fiva Confcommercio (federazione italiana venditori ambulanti su aree pubbliche): «E’ condizione abbastanza generalizzata e comune che, in concomitanza con lo svolgimento di mercati, fiere, manifestazioni culturali e commerciali, si inseriscano gruppi, anche ben organizzati, di venditori abusivi, in maggior parte extracomunitari. E questo in totale spregio ad ogni norma legislativa e fiscale». Passeggiando nel mercato di Varese, però, sembra che le false griffe siano quasi completamente inesistenti. Invece c’è grande abbondanza di «tarocchi», le imitazioni dichiarate, come le scarpe Nke, le borse Gussaci con la fantasia del tessuto che ricorda Gucci. E poi si trovano anche presunte vere firme. Come spiega la titolare di una bancarella, «gli originali da noi costano meno rispetto ai negozi perché facciamo poco ricarico sul prezzo».
Per sensibilizzare i consumatori sull’importanza di non cedere al fascino del contraffatto, Confesercenti con Anva  (associazione nazionale venditori ambulanti) e Fiva, hanno organizzato una campagna nazionale che si chiama «non accettare borse dagli sconosciuti…» Oggi e domani ci saranno due giornate di informazione e di sensibilizzazione. Anche il consumatore è chiamato a vigilare: chi acquista merce senza averne accertata la provenienza è punito con una sanzione da 100 a 7 mila euro. L’iniziativa è stata presentata ieri dall’assessore comunale al commercio Salvatore Giordano e da Angelo Basilico, dirigente di Confesercenti.

e.marletta

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