San Martino offre una splendida occasione per una gita nella bella Valganna. Un percorso naturalistico e storico, quello che porta al Passo del Tedesco, che oggi può concludersi con una bella sorpresa per i bambini. Dopo tanto panorama i più piccoli, insieme a genitori e amici, potranno assaporare la magia di una passeggiata nel bosco all’imbrunire camminando alla luce di una lanterna. È un’esperienza, quella che ogni anno in occasione di San Martino propone l’associazione ON, in bilico tra il mistero, il fascino del mito e la scoperta delle nostre radici.
Ma andiamo con ordine, perchè questo particolare appuntamento con ON è alle 17.30 di oggi al posteggio di via al Poncione a Ganna e, volendo, prima genitori e figli potrebbero godersi una passeggiata meravigliosa. Partendo la mattina da Varese, infatti, in mezz’ora d’auto si raggiungerà l’attacco della passeggiata che da Ganna porta al Passo del Tedesco. L’attacco del sentiero è all’Alpe Tedesco, frazione di Ganna, con ampio posteggio dove lasciare l’auto.
Per arrivare all’Alpe Tedesco, percorrendo la SS233, bisogna svoltare a sinistra poco prima di arrivare nel centro di Ganna (svolta segnalata); successivamente si deve procedere dritti ad un secondo bivio. Il sentiero parte dal Passo del Tedesco ed è facilmente individuabile per un cartello che ricorda una cronoscalata dei mondiali di ciclismo. La passeggiata molto bella, di limitato dislivello e non eccessivamente lunga, unisce interesse naturalistico e storico. Il primo tratto di sentiero è immerso in una natura rigogliosa e porta ad un belvedere con splendida vista sulla Valganna.
Rocce, felci, ginestre e altre fiori di campo oltre alla continua vista del Poncione, fanno da scenografia assieme ad alcuni alberi morti, fino alle “postazioni per la caccia”. Successivamente si entra nel tratto della passeggiata di valenza “storica” con diverse postazioni relative alla linea Cadorna. Sulla vetta del Poncione un’altro belvedere con da un lato il lago Maggiore e dall’altro il Ceresio. L’anello, che vi riporterà al punto di partenza, si percorre in tre ore circa.
Per il pranzo, qualora il tempo sia soleggiato, è possibile optare per un pic nic (il sentiero è attrezzato e offre alcune aree di sosta) per godersi gli ultimi scampoli di sole prima che il gelo arrivi imminente. Tornati al posteggio auto è possibile raggiungere a piedi via al Poncione, luogo da dove partirà l’escursione serale nel bosco. Niente paura: la passeggiata è breve e i bambini avranno anche l’occasione di gustarsi una bellissima merenda. I partecipanti si lasceranno alle spalle le luci dell’Alpe Tedesco per inoltrarsi nel bosco, rischiarati solo dalle loro lanterne.Dopo circa un quarto d’ora di cammino vedranno in lontananza un albero illuminato dalle candele e avvicinandosi, saranno accolti da un falò acceso sotto a un pentolone di thé da sorseggiare con i biscottini fatti dalla pasticceria Bacilieri. Ciascun partecipante dovrà avere la propria lanterna semplice da realizzate anche a casa. Bastano un vasetto di vetro, del filo di ferro, carta colorata e naturalmente un lumino da porre all’interno. Ad un certo punto San Martino comparirà a cavallo mettendosi in testa al corteo, e tutti saranno invitati ad intonare un canto: «Io vado con la lanterna, la porto sempre con me. Nel cielo splende una stella, lei arde anche per me. La luce poi si spegnerà, tra lillera lallera lu. La luce poi si spegnerà, bambini a casa torniam».
I volontari dell’associazione ON racconteranno anche la storia del mantello di San Martino: “Ancora soldato dell’impero, un giorno Martino uscì a cavallo dalle porte della città francese di Amiens, quando gli si fece incontro un vecchio tremante per il freddo, ricoperto solo di pochi stracci. Martino non esitò, tagliò il suo mantello a metà e lo diede al vecchio. Subito spuntò il sole che cominciò a scaldare la giornata come se improvvisamente fosse tornata l’estate. Il giovane soldato la notte sognò Gesù, avvolto nello stesso mantello che aveva donato al mendicante, che diceva ai suoi angeli: “Ecco Martino, il giovane soldato non battezzato che mi ha vestito. La mattina successiva Martino trovò il suo mantello integro.
Martino decise di farsi battezzare e da quel momento iniziò una vita dedicata a Cristo e agli altri che lo portò alla santità. Il mantello venne conservato come reliquia nella collezione dei re merovingi”. Per partecipare non servono iscrizioni. Basterà presentarsi in via al Poncione alle 17.30 di oggi.