VARESE – La prof si è svegliata dal coma indotto dopo il delicato intervento e il ricovero in terapia intensiva e ha chiesto del giovane, che invece si trova attualmente in carcere al Beccaria con l’accusa di tentato omicidio, aggravato dalla premeditazione, futili motivi e contro pubblico ufficiale. L’incubo per la donna è passato, ma ora si cerca di scavare nel passato del giovane minorenne per comprendere quali siano state le motivazioni che l’abbiano spinto a un gesto estremo che poteva rivelarsi fatale.
Il ragazzo frequentava la terza classe del suo percorso di studi all’ENAIP di Varese, con un percorso su misura alle sue esigenze finalizzato all’inserimento lavorativo. Nel suo pregresso scolastico il giovane non era mai stato bocciato, anche se al secondo anno ha rischiato di perdere l’anno, ma alla fine dopo un dialogo scuola-famiglia il giovane era stato ammesso alla terza classe. Tuttavia era a conoscenza della volontà dei docenti di bocciarlo, e forse questo sarebbe stato all’origine del gesto, dal momento che la professoressa è la coordinatrice dell’istituto, responsabile dei progetti per gli studenti che necessitano di un “piano didattico personalizzato“ e che presentano una “diagnosi funzionale”. Ma siamo solo nel campo delle ipotesi.
Le uniche cose finora accertate paiono che il ragazzo abbia portato da casa il coltello a serramanico con una lama di una decina di centimetri e che abbia agito da solo. Ma indaga la Procura della Repubblica per i minorenni di Milano, che ha disposto una perquisizione domiciliare, dalla quale pare non siano emersi finora rilievi degni di nota. Intanto in giornata oggi, mercoledì 7 febbraio, si terrà l’udienza di convalida dell’arresto e il ragazzo comparirà dinnanzi al giudice.