Alla fine la Svizzera paga Ecco i ristorni dei frontalieri

LAVENA PONTE TRESA Nessun blocco. Perché quest’anno i ristorni, relativi al 2011, sono stati versati addirittura in anticipo. Ieri, tre giorni prima del 30 giugno fissato come termine, il Consiglio di Stato ha deciso di versare all’Italia la quota 2011 dei ristorni dei frontalieri.
L’importo ammonta a 55,58 milioni di franchi, più o meno 46 milioni di euro, (in leggero calo rispetto al complessivo 2010). L’ordine è specificato in una nota informativa che conferma quanto era trapelato fin dalla vigilia. Per quest’anno, così, il saldo è avvenuto nel «rispetto dell’accordo internazionale stipulato tra Italia e Svizzera nel 1974».

Quadro molto diverso da quello che si era invece, configurato l’anno scorso. Quando era andato in scena il congelamento del 50% dei ristorni dell’anno 2010. Scelta presa a maggioranza relativa dai consiglieri Marco Borradori e Norman Gobbi, esponenti della Lega dei Ticinesi, cui si era aggiunto Paolo Beltraminelli<+tondo> del Partito Popolare Democratico. Forzatura che aveva spaccato lo stesso Consiglio di Stato, vista l’opposizione di Laura Sadis, sorretta da Manuele Bertoli, entrambi contrari a quella decisione. La crisi,

con il mancato rispetto dell’accordo internazionale, era stata sbloccata lo scorso maggio. Data di ripresa del dialogo tra i Governi dei due Paesi. «Nel varare questo provvedimento – si legge nella nota diramata dal governo cantonale – si ribadisce come l’obiettivo sia quello di trovare con la vicina Italia un accordo negoziale in ambito finanziario e fiscale. Il Consiglio di Stato ribadisce pure l’intenzione di seguire con attenzione l’evolversi delle trattative sia nei tempi, sia nel contenuto, con riferimento alla regolarizzazione dei capitali detenuti in Svizzera da contribuenti italiani non residenti, allo stralcio dalla Svizzera dalle liste nere esistenti e dall’accordo sull’imposizione dei lavoratori frontalieri».

Soddisfatto il sindaco di Lavena Ponte Tresa e presidente dell’Associazione comuni di frontiera con la Svizzera, Pietro Roncoroni: «Vista la ripresa del dialogo non sarebbe state percorribili altre strade. Sono contento per la puntualità e la buona volontà dimostrate dal Ticino».

b.melazzini

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