L’ombra della caccia illegale si allunga sull’abbattimento dell’esemplare di muflone a Brissago Valtravaglia avvenuto nei giorni scorsi e, nell’Alto Verbano, si è tornati a parlare di bracconaggio. Notizia dell’aprile scorso, la vera e propria retata condotta dagli uomini del Nucleo Forestale della Provincia che ha condannato diversi bracconieri tra la Valganna, la Valcuvia e le stessa Valtravaglia. Si alza quindi l’attenzione sul fenomeno.
Il sindaco di Brissago, , spiega: «Ho appreso anch’io la notizia e, alcuni cittadini, mi hanno anche detto di spari furori dal periodo di caccia, proprio in quella zona isolata dal paese, quella del cimitero. Personalmente credo che non sia stata gente del posto ad uccidere l’animale, ma cacciatori illegali provenienti da fuori che sapevano della presenza di questi ungulati sul crinale della montagna».
Fuori dai programmi
L’animale ucciso non rientrava nel “programma” di caccia che, ogni anno, concorre a selezionare i capi da abbattere consentendo anche un controllo della popolazioni dei cinghiali. , padre della famosa associazione Rifugio Animali Felici che ha sede proprio a Brissago, commenta: «Un gesto bruttissimo. Purtroppo il bracconaggio è ben presente in queste zone. A volte sono gli stessi cacciatori che m’informano delle azioni dei bracconieri e di come agiscono: arrivano perfino a compiere appostamenti notturni con il binocolo a infrarossi, aspettano in auto a bordo strada, sparano e vanno via».
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