VARESE «La vendita del latte crudo è crollata del 50%». È il grido d’allarme lanciato dai produttori di latte del territorio. Ogni giorno nella nostra provincia si producono 107 mila litri di latte. Di questi, 4200 litri finiscono nei distributori automatici per la vendita diretta produttore-consumatore. Fino all’anno scorso, il latte venduto nelle “macchinette” era il doppio e solo nelle ultime settimane si sta registrando una ripresa. «I consumatori si sono spaventati con l’ordinanza del sottosegretario Martini (che imponeva di mettere sugli erogatori l’obbligo
di bollitura, ndr) e da lì abbiamo incominciato a vendere meno latte crudo. Abbiamo perso specialmente i bambini» spiega Mariuccia Zaroli, dell’azienda agricola Molteni di Busto Arsizio. Che continua: «Se dovesse andare a zero la vendita di latte crudo, perderemmo gran parte del nostro guadagno». Basta fare due conti per capire come mai i produttori siano in allarme. Un litro di latte ritirato dalla centrale viene pagato 32 centesimi, mentre il consumatore lo paga un euro negli erogatori.
Facciamo un esempio. L’azienda Pasini di Casale Litta ha 60 mucche in mungitura per un totale di 1200 litri di latte prodotti al giorno. Duecento litri vengono messi nei distributori automatici. «Ogni giorno siamo costretti a buttare via l’invenduto. Il latte, infatti, viene ritirato ogni sera e non si può più riutilizzare. Speriamo in una ricrescita» spiega Barbara Orrigoni, la produttrice.
Tra il 2003 e il 2004, all’apertura dei primi distributori, c’era stato un grande entusiasmo da parte dei consumatori. Poi la demonizzazione del latte crudo e la fuga di numerosi consumatori. «Quelli fidati sono rimasti, gli altri sono scappati» continua. Si è bloccata anche la nascita di nuovi distributori, come per esempio ad Origgio dove non c’è alcun produttore disposto ad aprirne uno. L’assessore provinciale all’agricoltura Bruno Specchiarelli spiega in questi termini il problema: «La demonizzazione del prodotto è stata una mossa della grande distribuzione a cui davamo fastidio». Una situazione che, sempre a detta di Specchiarelli, è stata risolta dal ministro dell’agricoltura, Luca Zaia dando le indicazioni di bollire il latte crudo. «Se non fosse stato per lui avremmo dovuto smantellare del tutto».
Adesso la scommessa è richiamare i consumatori al consumo di questo alimento. Per questo è stata creata l’iniziativa nazionale “Ben tornata primavera”, in programma domenica. Nella provincia di Varese parteciperanno 66 aziende agricole che venderanno il latte «alla spina» a 50 centesimi al litro. Giuseppe Invernizzi, segretario Consorzio spiega: «I consumatori devono sapere come utilizzare e conservare il prodotto e l’importanza di avere una bottiglia in vetro sempre pulita. Consumare latte crudo, inoltre, significa ridurre la produzione dei rifiuti». Senza contare, dice Specchiarelli, «che si difendono i nostri produttori».
Adriana Morlacchi
s.bartolini
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