Le allergie non sono patologie statiche: mutano nel tempo, si presentano in forme differenti e, talvolta, scompaiono per poi tornare improvvisamente più forti. Questo il quadro tracciato dall’immunologo clinico e allergologo Mauro Minelli, docente dell’Università Lum, nel delineare il fenomeno allergico e le sue trasformazioni nel corso della vita.
Dalla dermatite all’asma: la marcia allergica
Le allergie si manifestano attraverso meccanismi immunitari attivati da sostanze innocue per la maggior parte della popolazione. Pollini, polveri, alimenti, farmaci, metalli come il nichel e, in misura minore, additivi e conservanti possono scatenare reazioni anche gravi, che vanno dalla rinite all’asma, fino all’anafilassi.
Queste manifestazioni seguono spesso una progressione naturale che prende il nome di marcia allergica. Nei bambini piccoli, i sintomi interessano prevalentemente la pelle, con dermatite atopica, e il tratto gastrointestinale. Crescendo, l’allergia tende a colpire l’apparato respiratorio, spostandosi verso reazioni a sostanze inalanti come pollini o acari.
Genetica, infiammazione e fattori ambientali
L’allergia ha una base genetica, ma è influenzata in maniera determinante dall’ambiente. Non esiste un singolo “gene dell’allergia”, ma piuttosto una combinazione di geni che regolano la produzione delle IgE (le immunoglobuline coinvolte nelle reazioni allergiche) e l’infiammazione. Questo assetto può predisporre l’organismo a una risposta anomala al contatto con allergeni.
Il processo di immuno-infiammazione alla base delle allergopatie tende alla cronicizzazione, configurandosi come un’interazione continua tra predisposizione genetica e stimoli esterni.
Numeri in crescita e impatto sociale
Negli ultimi decenni, le allergie hanno registrato un’impennata: si è passati da una prevalenza del 7-8% negli anni Settanta a circa il 25% negli anni Duemila. Colpiscono soprattutto la fascia giovane-adulta della popolazione, incidendo in modo significativo sulla spesa sanitaria a causa delle cure necessarie e delle assenze scolastiche e lavorative.
Perché compaiono in età adulta?
Le allergie possono anche emergere per la prima volta in età adulta. Le cause sono molteplici: variazioni nella funzionalità del sistema immunitario, alterazioni della barriera intestinale che facilitano l’ingresso nel sangue di antigeni prima ben tollerati, e nuovi stimoli ambientali.
Anche l’introduzione di nuove specie vegetali e l’uso del suolo contribuiscono a ridefinire i calendari della pollinazione.
Inquinamento e stress amplificano il rischio
L’inquinamento atmosferico potenzia l’effetto allergizzante dei pollini. In aree industrializzate, ad esempio, il polline della betulla si presenta molto più aggressivo rispetto a quello delle zone rurali. Inoltre, l’esposizione a inquinanti è legata all’aumento di casi di asma negli adulti.
Anche stress, squilibri ormonali e aumento di peso possono influenzare la comparsa o l’aggravarsi delle allergie in età adulta, rendendo i sintomi respiratori più difficili da controllare.
Una malattia imprevedibile, ma monitorabile
Sebbene le allergie si presentino in modi spesso imprevedibili, il loro sviluppo segue un modello riconoscibile. Segnali precoci e fattori di rischio possono essere individuati e monitorati, riducendo l’impatto della patologia grazie a diagnosi tempestive e cure adeguate. Fondamentale, in questo percorso, è affidarsi a specialisti competenti.