Altri vandali contro la chiesa Blitz notturno e denuncia online

La chiesa di Santo Stefano a Bizzozero, gioiello varesino di epoca romanica, monumento nazionale, è divenuta preda di atti vandalismo, l’ultimo dei quali è stato scoperto dai parrocchiani ieri mattina poco prima della messa domenicale.

Nonostante la forte vigilanza dei fedeli, gli imbrattatori agiscono di notte ed è difficile prevederne le mosse.

È dalla sua bacheca Facebook a mostrare indignato un “ricamo” fatto con bombolette spray sul muro anteriore del muretto di contenimento del terrapieno del sagrato.

Giuseppe Terziroli, nativo di Bizzozero, già assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Varese negli anni Ottanta e consigliere comunale per un ventennio, contiene i toni ma è molto rammaricato per quella chiesa che da anni tutela come memoria storica. Fondatore e presidente per un decennio degli Amici dei Musei varesini, su Santo Stefano ha scritto due libri: uno nel 1990 e il secondo nel 2010.

«Nel ’69, a ventun’anni, fondai il comitato pro restauri con e : la chiesa andava letteralmente a pezzi. Il lavoro iniziò nel ’75 e fu completato in due riprese, a causa della morte di Ravasi nel ’78; il restauro del campanile – originariamente torre di avvistamento romano, poi adibita a torre campanaria – fu attuato sotto la guida di , il nipote di Ravasi, nei primi anni ’80».

«Come tante antiche chiese romaniche, anche Santo Stefano è su una antica strada di collegamento tra Milano e la Svizzera; essendo in aperta campagna e vicino al cimitero, è soggetta ad azioni di deturpamento». Terziroli sottolinea che i vandalismi sono atti per ora contenuti, ma che vanno a minare uno dei più importanti patrimoni artistici di Varese; cose tra l’altro recentemente accadute anche intorno alla zona centrale della città, al battistero di San Giovanni e a San Vittore.

«C’è un’associazione intitolata al vecchio parroco don che collabora con la parrocchia e tutte le volte manda a sue spese per pulire e far ridipingere la parete imbrattata; altre volte è capitato che queste deturpazioni siano avvenute sui sassi portanti della chiesa: lì si è dovuti intervenire con la macchina levigatrice».

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