Altro caso di mozzarella blu “Ora l’Asl faccia chiarezza”

VARESE Quando mio figlio ha aperto la bustina della mozzarella ha detto: mamma è blu. Allora ho guardato e ho visto che il formaggio presentava delle chiazze azzurre». Questo il racconto di Elena Ragazzi di Induno Olona che ieri, all’ora di pranzo, si è trovata la sorpresa. Niente di drammatico, se non la perplessità di ritrovarsi di fronte ad un problema a cui si è data ampia risonanza nei mesi estivi, ma che ora sembrava debellato.

«La mozzarella anomala si trovava in una busta in un pacco tris ed era di marca Galbani Santa Lucia – racconta la signora – l’ho acquistata il 30 ottobre e da quel giorno l’ho sempre conservata in frigorifero. La scadenza doveva essere il 12 novembre. Ne ho aperta un’altra di quel pacco ed era “bella”. La terza rimasta la consegnerò domani (oggi per chi legge) al servizio veterinario Asl di Arcisate che effettuerà delle analisi. L’odore era normale e i tecnici dell’Asl mi hanno detto che è strano che il problema si sia verificato in questa stagione, quando il caldo dell’estate è andato via».

Delle “mozzarelle blu”, definite anche “le mozzarelle dei puffi”, si era parlato molto la scorsa estate. La causa della colorazione è stata trovata nel batterio Pseudomonas Fluorescens che è in grado di produrre pigmenti fluorescenti, responsabili a loro volta delle alterazioni cromatiche. La formazione del pigmento è favorita dall’ossigeno, motivo per cui la colorazione aumenta a contatto con l’aria.

«Il problema – spiega la ditta Galbani – è riconducibile ad una interruzione della catena del freddo. Responsabile è sempre il batterio Pseudomonas Fluorescens che è diffuso in natura, tanto è vero che si trova anche nell’acqua potabile e sulle verdure. Non è dannoso per la salute, ma colora la mozzarella con cui entra in contatto e la fa irrancidire. Non si tratta di un fenomeno frequente. Questa estate, su 450 milioni di mozzarelle prodotte, solo 15 sono state segnalate perché presentavano la colorazione azzurrognola e in tutti i casi il problema era riconducibile ad una non corretta conservazione del prodotto».

Di chi potrebbe essere dunque la responsabilità? Della Galbani? Del supermercato? Del trasporto? «Si tratta di un problema che non coinvolge minimamente l’azienda – continua la Galbani – Dopo che questa estate è stata data molta enfasi alla questione, abbiamo implementato i controlli e garantiamo sicurezza. È impossibile che nei nostri stabilimenti ci sia traccia di Pseudomonas Fluorescens. Siamo continuamente sottoposti ad analisi da parte delle autorità sanitarie che possono dare conferma dell’assoluta salubrità dei nostri prodotti».

Assolutamente da evitare l’effetto psicosi collettiva: si tratta di un batterio naturale non pericoloso per le persone che hanno un sistema immunitario sano. La mozzarella è il formaggio più consumato nel nostro paese: gli italiani ne divorano 170 milioni di chili all’anno.

f.tonghini

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