Napoli, 14 apr. (Apcom) – Ennesimo disastro ambientale sull’isola di Capri, tormentata negli ultimi mesi da una lunga serie di episodi incresciosi che hanno minato la sua immagine nota in tutto il mondo. E’ di questa mattina la notizia di un sequestro di un’area di circa 2mila metri quadrati in località Gasto, dove è stato rinvenuto un sito adibito a stoccaggio di scarti di materiali edili e di rifiuti pericolosi e speciali. Una vera e propria discarica realizzata dopo aver distrutto e sventrato un castagneto per far posto ad un vero e proprio sbancamento in una zona sottoposta a vincolo ambientale e archeologico. Secondo quanto si è appreso il sito, da tempo, era utilizzato per sistemare in maniera provvisoria scarti di lavorazioni edili destinati a sversatoi idonei.
Già nel settembre dello scorso anno furono rinvenute due discariche abusive nei pressi di due luoghi simbolo dell’isola, Villa Jovis e Villa Fersen. In quell’occasione la Guardia di Finanza sequestrò un’area di circa mille metri quadrati in cui venivano sversati rifiuti speciali e materiali inquinanti, tra cui plastica, cemento, elettrodomestici fuori uso e pneumatici. Il materiale tossico era stato accatastato in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico a poche centinaia di metri da Villa Jovis, costruita nel I secolo a.C. e attribuita all’imperatore Tiberio. Accanto, invece, a Villa Fersen, altro sito di interesse storico nonché archeologico, era stata, inoltre, rinvenuta un’altra discarica abusiva dove fu ritrovato addirittura eternit.
Già nell’estate 2001 l’associazione di volontari ‘Marevivo’ aveva rinvenuto proprio nel mare dell’isola azzurra una serie di rifiuti pericolosi, tra cui un motocarro, alcuni bidoni, pneumatici, buste di plastica, cavi elettrici e cinque scooter.
Ma, purtroppo, le cronache di questi ultimi mesi non hanno risparmiato altri episodi incresciosi per l’isola del Golfo di Napoli. Lo scorso 29 marzo i carabinieri della locale stazione rinvenirono resti umani e rifiuti speciali depositati nella totale mancanza di quanto previsto dalla legge all’interno di una sala mortuaria e in una cappella destinata al culto acattolico del cimitero di Capri. Nei due locali, che furono sequestrati, furono rinvenuti numerosi contenitori di zinco aperti con all’interno resti umani, pezzi di bare, abiti e molto altro materiale proveniente dall’esumazione dei defunti. Furono ritrovati anche rifiuti solidi urbani e attrezzature da lavoro, il tutto stoccato in ambienti ritenuti non idonei a quanto previsto dalle norme igienico-sanitarie.
Sempre a causa di danni all’ambiente lo scorso 25 marzo il tribunale di Napoli ha disposto il sequestro della centrale di produzione elettrica di Capri. Alla Sippic, la società che gestisce l’impianto che eroga l’energia sull’isola, furono contestate violazioni al codice ambientale. Tre le persone indagate nell’ambito dell’indagine condotta dalla Procura partenopea.
Psc/Ral
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