– Amianto all’ex Aermacchi: indagato . L’ex patron della pallacanestro Varese iscritto nel registro degli indagati per non aver ottemperato all’ordinanza comunale che gli intimava di bonificare l’area di via Sanvito Silvestro.
L’amministrazione aveva sporto denuncia a inizio gennaio dopo l’ennesimo provvedimento amministrativo andato disatteso. Da anni la situazione dell’ex Aermacchi viene segnalata dai cittadini: l’ampio complesso è ridotto praticamente alla fatiscenza.
Ampie porzioni della copertura sono sfondate in diversi punti, mentre almeno il 30% dei tetti è coperto di amianto. Da mesi la struttura viene definita “bomba ecologica” sia dai cittadini che dagli amministratori.
Se è vero infatti che il perimetro è circoscritto e l’amianto non emette radiazioni, è altrettanto vero che l’eternit lasciato alle intemperie senza che venga eseguita manutenzione o che ne venga fissata la superficie, rilascia pericolosissime fibre nell’aria. E il polo produttivo è nel bel mezzo di un’area residenziale molto popolosa.
Il Comune ad inizio gennaio non aveva più esitato denunciando in procura l’inottemperanza alle diverse ordinanze emanate.
Il pubblico ministero ha quindi iscritto Gianfranco Castiglioni, legale rappresentate del Gruppo Casti a cui il complesso fa capo, nel registro degli indagati. Paradossalmente il reato inizialmente contestato non ha natura ambientale: non esiste infatti un reato specifico per la mancata bonifica di amianto. La procura, dunque, contesta a Castglioni il reato di inosservanza dei provvedimenti dell’autorità, in seguito all’inottemperanza dell’ordinanza comunale che gli intimava l’immediata bonifica delle parti in amianto dello stabile.
L’operazione ha un costo rilevante: mezzo milione di euro più o meno. Come è noto il Gruppo Casti è stato dichiarato fallito dal tribunale di Varese ed è al momento sotto la tutela del curatore fallimentare.
Gianfranco Castiglioni, inoltre, è stato arrestato lo scorso giugno insieme al figlio minore Davide e a due manager spoletini, al termine di un’articolata indagine della guardia di finanza di Spoleto. Agli arrestati si contestano numerosi reati finanziari e un’evasione
da 63 milioni di euro. L’iscrizione nel registro degli indagati, nel caso dell’amianto ex Aermacchi, è stata immediata. Molto rapida anche l’indagine: la procura ha richiesto al Comune di produrre le ordinanze disattese. Documenti che dagli uffici di Palazzo Estense sono stati rapidamente forniti.
L’inchiesta è praticamente terminata. L’autorità giudiziaria è pronta a notificare l’avviso di conclusione delle indagini. L’ex patron rischia l’arresto sino a tre mesi in “espiazione” del reato contestato. Il Comune a questo punto potrà intervenire e bonificare l’area salvo rivalersi sulla proprietà. Che però, difficilmente, in questo momento sarebbe in grado di fronteggiare la spesa.