Sarà un padiglione «ecumenico e universale» quello della Santa Sede all’Expo 2015 di Milano. Il protocollo di partecipazione del Vaticano è stato firmato ieri mattina nella Sala Regia del Palazzo apostolico dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio per la cultura, e da Giuseppe Sala, commissario unico del governo per l’Expo. Ravasi è invece il commissario generale della Santa Sede per l’evento milanese.
Il Vaticano sarà dunque uno dei 140 Paesi che parteciperanno alla grande kermesse internazionale. Il protocollo prevede la partecipazione nel padiglione di tre soggetti: la Santa Sede, la Conferenza episcopale italiana e la Diocesi di Milano. Il tema che ispirerà il padiglione della Chiesa è raccolto sotto lo slogan «Non di solo pane», per «sottolineare la dimensione interiore – ha spiegato Ravasi – e non solo quella dei bisogni più immediati di nutrimento». La Chiesa ha avviato da tempo una riflessione sul tema dell’Expo e sulla questione del cibo. La Caritas italiana partecipa alla campagna mondiale di Caritas internazionalis che verrà lanciata oggi in Italia, dopo l’appello del 10 dicembre scorso di Papa Francesco.
Si intitola «Una sola famiglia umana, cibo per tutti», ed è una sollecitazione alle riflessioni che si stanno intrecciando attorno all’organizzazione dell’Expo. Sono le questioni della distribuzione dell’acqua, intesa come diritto, dello spreco alimentare e delle nuove povertà che preoccupano soprattutto la Chiesa, e saranno le tematiche sviluppate nei corso degli incontri e degli eventi organizzati nel padiglione vaticano.
Ieri il cardinale Ravasi – accompagnato da monsignor Luca Bressan, vicario episcopale della Cultura della diocesi di Milano – ha spiegato che «la Santa Sede insisterà sul carattere universale di questi problemi, ragione per cui la Chiesa se ne occupa». Il cardinale ha aggiunto che il padiglione sarà ecumenico perché «deve tenere conto della molteplicità dei popoli dove la Chiesa è presente». La firma del protocollo si inserisce in una linea tradizionale che assegna importanza, da parte della Santa Sede,
al ruolo di queste esposizioni universali. Ravasi ha ricordato la partecipazione «sontuosa» della Santa Sede ai tempi di Pio IX all’Expo di Londra. Oggi sicuramente, ha sottolineato, non sarà come allora: «La partecipazione è in linea con lo spirito di Papa Francesco». Sul progetto del padiglione, sui contenuti e gli eventi il cardinale non ha anticipato nulla, neppure per quanto riguarda i costi. Saranno presenti anche i Musei vaticani, la Biblioteca apostolica e l’ospedale pediatrico vaticano «Bambino Gesù». Ma ha assicurato che «costi e sponsorizzazioni relativi alla partecipazione della Santa Sede saranno comunicati con la massima trasparenza». Il Vaticano ha costituito una speciale Commissione per verificare le spese e i progetti, che si è riunita ieri pomeriggio subito dopo la firma del protocollo.
La firma dell’intesa tra Vaticano ed Expo è stata anche l’occasione, da parte del commissario unico del governo, per fare il punto, in un incontro con i giornalisti nella Sala stampa della Santa Sede, sull’andamento dell’organizzazione. Giuseppe Sala ha confermato che il costo complessivo di tutto l’Expo sarà di un miliardo e trecento milioni di euro.
Gli investimenti previsti dai Paesi stranieri ammontano a circa un altro miliardo, mentre le sponsorizzazioni finora firmate porteranno nelle casse dell’Expo 350 milioni di euro. Il valore aggiunto dell’esposizione, secondo Sala, che ha citato uno studio della Bocconi, si attesta sui cinque miliardi di euro: «L’Expo non sarà un evento faraonico come le Olimpiadi di Sochi, che sono costate quaranta miliardi, ma un momento di valorizzazione dell’Italia». Sala ha anche annunciato che nei prossimi giorni cinque ministri del nuovo governo visiteranno il cantiere dell’Expo.
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