Ancora rifiuti sotto il ponte Ma stavolta il furbo paga

I furbetti dell’immondizia hanno colpito ancora. Nuovamente nel mirino il ponte della tangenzialina: un punto ormai noto alle Guardie Ecologiche di Varese perché spesso preso di mira da coloro che decidono di sbarazzarsi abusivamente dei propri rifiuti.

«Quindici giorni fa – spiega , responsabile delle Gev – abbiamo rinvenuto quattro sacchi neri abbandonati proprio lungo la tangenziale. All’interno del polistirolo utilizzato per opere di muratura. Abbiamo chiesto così ad Aspem di smaltirlo». Venerdì sera, durante un giro di pattugliamento delle Gev, sono stati rinvenuti 14 sacchi sotto il ponte che attraversa la tangenziale. I sacchi erano identici a quelli ritrovati due settimane prima. Così, muniti di guanti e mascherina, gli agenti delle Gev in servizio hanno ispezionato il contenuto.

«Dentro i sacchi c’era materiale inerte: lana di roccia, carton gesso, porzioni di piastrelle e sacchi di cemento vuoti. In mezzo ai rifiuti abbiamo trovato anche una circolare della scuola Bisuschio risalente 1994, alcuni libri delle vacanze della scuola primaria e alcuni disegni di impianti elettrici dell’Enaip». Inizialmente, Le Gev hanno pensato che si trattasse di materiale di scarto proveniente dalla scuola di Bisuschio, ma dopo aver parlato con l’ufficio tecnico del Comune non sono risultati lavori di muratura o di ristrutturazione in corso.

Su uno dei disegni, però, era riportato il nome e il cognome dell’alunno che aveva eseguito il compito. Le guardie sono riuscite a risalire alla famiglia. «Il padre aveva chiesto al Comune l’autorizzazione per svolgere dei lavori di ristrutturazione della propria casa. L’uomo ha riconosciuto come suo il materiale da noi ritrovato, ma i lavori erano stati affiati a una ditta gestita da cittadini di origine albanese».

Le Gev sono, quindi, risalite al committente dei lavori e alla ditta che li ha eseguiti, responsabile anche dell’abbandono dei rifiuti.

Al momento sono in corso una serie di accertamenti, ma il responsabile rischia una sanzione che va dai 600 ai 1200 euro, essendo la lana di roccia un rifiuto inquinante.n V. Des.

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