Un piccolo giardino dell’Eden in città. Ecco come l’artista definisce il suo “Paradiso ortofrutticolo”, l’originale installazione presso in via Bagaini 20 a Varese, inaugurata lo scorso sabato, grazie all’Associazione Culturale Parentesi, allo Spazio Lavit, con il contributo della Fondazione Comunitaria del Varesotto, nell’Orto d’Arte all’interno di Edil3immobiliare.
La “Puttart” dell’artista Silvio Monti, piemontese d’origine ma varesino d’adozione, ritorna in città dopo oltre vent’anni. Le opere, infatti, risalenti al 1994, erano state esposte, per la prima volta, nella galleria dell’architetto Franco Prevosti, in corso Matteotti, nel 1996. Un putto al volante di una Ferrari, altri due in bicicletta mentre si concedono delle libertà in amore, un’angioletta sull’altalena, altri due putti guardano curiosi e ironici dall’alto del muro cittadino il fluire e le gesta della gente,
oltre l’orto. Molti i passanti attratti dalla particolare installazione. Che cosa rappresentano i Putti? «Un inno alla gioia e alla vita – spiega Monti – questa installazione neobarocca, un ripensare ai nostri cari angeli, compresi gli angeli custodi che siano in buona salute ed in buona compagnia, tra varie centinaia di migliaia di loro simili, sparsi per i cieli dell’universo». La scelta dell’Orto d’Arte per la Puttart Monti la spiega così: «Ritenevo che uno spazio abbastanza insolito in città avesse bisogno di qualcosa che non si può fare a meno di guardare. I Putti sono opere di trent’anni fa, una interpretazione ludica del Barocco, angioletti trasgressivi, che sono acqua pura rispetto ad oggi. Ho voluto non scioccare, ma ravvivare questo spazio verde. Dai bambini alle persone anziane, molti si sono fermati a guardare e a chiedere che cosa fosse e che cosa rappresentassero».
Le opere di Silvio Monti continueranno a dialogare con il pubblico anche nella capitale: a Roma, infatti, il prossimo giovedì 11 maggio, alle 18, sarà inaugurata “Archetipi” un’esposizione di opere di Monti e Giuliano Tomaino, a cura di Simona Brusa e Alberto Lavit, presso l’antica stamperia d’arte “L’acquaforte”, via Arco del Monte, 99/A, in zona Campo de’ Fiori. «Ritornare a Roma è stato come un ritorno a casa, perché ho vissuto nella capitale dal ’67 al ’71. Roma è una città che adoro» spiega l’artista. Qui saranno esposti i suoi lavori più recenti, mentre pittura e scultura dialogheranno con questo affascinante spazio, un’antica stamperia d’arte, che conserva la memoria del passaggio di numerosi maestri del secolo scorso e vedrà all’opera questi due amici artisti contemporanei. «Non è una galleria ma una stamperia, quindi saranno esposti i miei grandi disegni in bianco e nero, le mie carte apotropaiche ispirate ad Alfred Kubin. Ho una grande passione per la carta e quindi anche per il giornale, perché credo che, fra trenta, quarant’anni, la carta non esisterà più. Inserirò passaggi del passato e altri lavori che potrei chiamare “Giochi della memoria” e porterà anche alcune sculture».
“Archetipi” è una mostra originale che accosta Monti all’artista Tomaino, reso celebre dalle sue grandi sculture in ferro rosso. Che cosa li accomuna? «Siamo così differenti, eppure anch’io sfioro la ludicità, la componente filosofica della contemporaneità, il gioco, senza mai dimenticare la qualità dell’opera». L’esposizione rimarrà aperta fino a giovedì 18 maggio 2017, con i seguenti orari: 11.00 – 19.00 tutti i giorni, festivi compresi.