Per otto anni ha abusato della figlia: arrestato dagli agenti della squadra mobile della Questura di Varese. Una storia di maschi (o belve) e uomini veri: alla prima categoria appartiene il padre orco che ha iniziato ad allungare le mani sulla sua bambina quando aveva solo 8 anni. A 12 anni è arrivato il primo rapporto completo: per il padre la bambina era diventata una donna.
Almeno questo trasparirebbe dalle dichiarazioni rese da figlia e padre. Va detto che non ci sono abusi di serie A e serie B: la bimba è stata violentata dal padre dagli 8 ai 16 anni. Ovvero sino a ieri. Sino all’alba di ieri quando i poliziotti hanno raggiunto l’abitazione gallaratese della famiglia e hanno fatto scattare le manette portando l’orco presunto in carcere, ai Miogni a Varese.
In questa vicenda c’è poi un ragazzo, un ragazzino, quasi coetaneo della vittima che di questa ragazza con un segreto tanto drammatico in grembo si innamora. Diciamo ragazzo esclusivamente per l’età anagrafica. Ma è nato uomo, uomo sul serio. Uomo nel senso di grande essere umano. E’ di lui che la vittima, che questa donna, si fida per la prima volta. E’ un compagno di scuola, è un amico. Poi arrivano i sentimenti più profondi. Quelli che legano.
Quelli che gli acidi chiamano cose da “fidanzatini” ma che in realtà definiscono una coppia. I due si incontrano, lei con il suo incubo, lui con la sua inconsapevolezza. Tra i due nasce una complicità che si trasforma in amore. Amore vero: il solo capace di generare fiducia. Ed è a quel punto che questa ragazzina di 16 anni (una donna) decide che in fondo gli uomini non possono tutti essere come il padre. Che ci deve essere di meglio. E quell’uomo, quello che la ama davvero, racconta tutto. Racconta dell’incubo a quel ragazzino che è un gigante.
E lui sfata un mito: quello dei giovani vacui, superficiali e sciocchi. Lui la ascolta e fa la cosa giusta: va da una donna più grande. Sua madre: racconta ogni cosa.
E la donna più grande allunga l’ala su quella più piccola, come fa una madre con una figlia, e si rivolge a un’assistente sociale che conosce. La quale capisce la gravità della situazione e parla con una psichiatra consulente della squadra mobile di Varese, i cui agenti sono iper specializzati in reati contro donne e bambini. Parte l’indagine. I riscontri ci sono tutti. Il racconto della vittima è dettagliato. Il gip condivide l’ordinanza di custodia in carcere per il padre chiesta dal pm di Busto Arsizio Nicola Rossato al termine delle indagini della Mobile. E ieri il padre in carcere ci è andato. La ragazzina (donna) è salva affidata a una comunità protetta. Nelle prossime ore l’interrogatorio di garanzia.