Ha iniziato sul campo la carriera di direttore sportivo, sui banchi invece si è diplomato allenatore di seconda categoria. È la prima estate da ex calciatore per Pippo Antonelli, da una settimana responsabile della area tecnica della Pro Patria.
«Il corso allenatori lo avevo iniziato un mese fa a Coverciano e l’ho voluto portare a termine, perché non si sa mai. Poi mi si è aperta questa possibilità alla Pro, che ho accettato immediatamente: mica me la lasciavo scappare, ci mancherebbe. Ho smesso di giocare, ma voglio stare nel calcio e mi sembra normale che non mi possa precludere nessuna opportunità».
Per il momento, sembra dire il tigrotto, il campo può aspettare: magari verrà, o non verrà del tutto, il tempo per ordinare esercizi o spiegare tattiche, l’importante è cominciare con la professione da ds, che sembra maggiormente stimolarlo.
Sette giorni nel ruolo di direttore sportivo muovendo i primi passi in un ambiente che lo ha visto calciatore, con Busto trampolino per piazze della cadetteria, fino ad arrivare alla gloriosa maglia del Torino.
Ne ha girate di piazze e ne ha conosciuti di colleghi e di dirigenti: «Questo mi permette di avere contatti con diverse società, come il Torino, il Genoa e altre: è importante per il lavoro che voglio fare, cominciando alla Pro Patria».
Una squadra tutta in costruzione, e qui sta la prima vera difficoltà: «Anche perché occorre organizzare tutto in poco tempo. Però ci stiamo provando, vedremo di mettere in piedi una squadra che sia competitiva. Qualche idea ce l’ho, i contatti non mancano: magari più avanti ci potrebbe essere anche qualche sorpresa».
La novità, lo stimolo per un nuovo lavoro, la curiosità, fanno si che vi siano «molti aspetti positivi, a cominciare dalla disponibilità che ho trovato nelle persone della società, come i segretari Granato e Moroni e gli stessi magazzinieri. Poi l’ambiente lo conoscevo già, anche se erano 15 anni che mancavo da Busto e magari i tifosi, per adesso, non sono molto contenti della situazione. Ma stiamo lavorando per mettere in piedi una squadra che sia all’altezza di un campionato non semplice. Oggi vedrò Lumezzane-Giana Erminio di Coppa Italia, così comincerò a conoscere qualche nostro avversario. Uno dei due lo incontreremo la prossima settimana».
Nuovo del tutto, invece, mister Lulù Oliveira: «Lo conoscevo, ovvio, come giocatore, per quello che ha fatto con Cagliari e Fiorentina. Stiamo cominciando a conoscerci di persona, si sta instaurando un ottimo rapporto. Ha una sua idea di calcio, vuole giocare con il 4-4-2: vedremo di mettergli a disposizione una squadra che lo sappia interpretare. Il mio compito è trovare i giocatori adatti, spero di accontentarlo».
«C’è da lavorare e da correre – chiosa Antonelli – ne ero consapevole, fa parte di questa mansione. Certo, nel giro di poche settimane è cambiato tutto il mio modo di pensare, da calciatore a dirigente. Sapevo che questo momento sarebbe arrivato: devo anche andare di fretta, per imparare, stando in una piazza importante come Busto Arsizio».
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