ARCISATE Spunta un Rembrandt nella collezione di Adriana Maria Parmiani. L’opera, un’incisione raffigurante un uomo che suona il violino, firmata con il nome del genio olandese che proprio con le sue incisioni e le sue creazioni pittoriche è entrato nell’olimpo della storia dell’arte europea e mondiale fa parte della mostra allestita in sala Abbiati ad Arcisate per omaggiare la benefattrice cittadina. E se l’incisione si dimostrasse autentica dopo le approfondite perizie cui ora verrà sottoposta l’amministrazione
comunale si troverebbe tra le mani un nuovo tesoro, dopo i circa 1,5 milioni in immobili e titoli donati dalla Parmiani alla collettività arcisatese. «Certo dobbiamo tenere i piedi ben saldi per terra – chiarisce il curatore della rassegna Franco Prevosti – e sicuramente l’opera dovrà essere prima analizzata e valutata attentamente. Procedure che partiranno immediatamente anche perché è doveroso arrivare fino in fondo in questa vicenda». Ma nel patrimonio pittorico della Parmiani questa non è la sola perla. Assolutamente di grande pregio artistico è il ritratto “Di uomo con fez rosso e nero” attribuito a Enrico Scuri. «Maestro della scuola bergamasca dell’ottocento e considerato grande protagonista della ritrattistica – chiarisce Prevosti – . E il fatto che i suoi ritratti siano piuttosto rari non fa che rendere ancor maggiore il valore dell’opera».
Quadro che insieme a quelli dipinti dalla stessa Adriana Parmiani e ad altri oggetti come violini e gioielli e cassettoni è ora in mostra nel palazzo del municipio di Arcisate. Un’esposizione, curata dall’Assessorato alla Cultura in collaborazione con la Pro Loco e con l’istituzione Parmiani proprio per rendere omaggio alla benefattrice e ricordarne l’affetto verso Arcisate. La donna, pittrice e restauratrice, scomparsa nell’ottobre 2003 all’età di 87 anni, ha lasciato infatti al comune un cospicuo patrimonio artistico, oltre che aver espresso la volontà di destinare i suoi beni immobili alla realizzazione di opere pubbliche dedicate a giovani e anziani. Un gesto significativo, da parte della restauratrice, che, pur vivendo gli ultimi tempi a Casciago, era da sempre legata al paese valceresino, dove il nonno paterno fu pretore per diverso tempo. «Per questo – hanno chiarito il sindaco Giancarlo Gariboldi e l’assessore alla Cultura Antonio Centorrino – questa esposizione è il miglior modo di ricordarla».
E se il Rembrandt si dimostrasse originale questa sarebbe un’ulteriore sorpresa per la collettività arcisatese. Così se tra i visitatori la sorpresa è stata notevole si aspettano ora gli esiti delle perizie. «Perizie – aggiunge Gariboldi – che faremo. Come finora abbiamo lavorato per esaudire le volontà della nostra benefattrice». E tempi veloci chiedono anche dalle opposizioni. «Sono passati più di cinque anni dal lascito – concludono Johnny Raccagni della Lista Arancio e Paolo Rizzolo per il centrosinistra – per questo crediamo che non sia giusto indugiare ancora».
Alessio Pagani
b.melazzini
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