La situazione in sospeso dei lavori sulla ferrovia Arcisate-Stabio preoccupa Induno Olona, paese che, con Arcisate, sta soffrendo di più i disagi legati ai cantieri diventati una vera tela di Penelope.
Questa settimana un comunicato diramato dalla società Ics, l’appaltatore per conto di Rfi, ha contribuito ad addensare nubi plumbee sulla Valceresio. Si legge nella nota: «Il cantiere della linea ferroviaria Arcisate-Stabio sul versante italiano dal 30 settembre 2014 è chiuso, in quanto sono scaduti i termini di cui all’accordo sottoscritto il 19 febbraio senza che siano arrivate entro il 30 settembre le autorizzazioni amministrative per poter procedere con il riavvio della totalità delle opere».
Un comunicato che ha lasciato tutti sorpresi, prospettando solo sulla carta l’ennesimo incubo per la valle: i cantieri lavorano a pieno regime non per la messa in sicurezza in vista della chiusura, bensì richiamando in servizio i dipendenti in cassa integrazione. Un annuncio che ha del tatticismo, una comunicazione che ha probabilmente il fine di smuovere Cipe, Rfi e il ministero. Ma così non è stato.
Più preoccupanti infatti sono stati i vari rinvii della riunione al tavolo romano che sta gestendo il problema dello smaltimento delle terre all’arsenico, prevista venerdì ma slittata ancora una volta.
«Basta – afferma , sindaco di Induno Olona, centro letteralmente tagliato in due dalla trincea ferroviaria – sono molto arrabbiato per questo ennesimo rinvio di decisioni fondamentali per il proseguimento dell’opera».
Il sindaco si chiede che senso abbia partecipare agli incontri tecnici quando vengono costantemente disattese le tabelle di marcia: «Il mio compito è garantire che non ci siano ritardi e pretendere per i cittadini un’agenda di lavori chiara e puntuale. Mi viene da pensare però che tutto questo sia inutile: il mio Comune è sempre più danneggiato, quotidianamente ricevo abitanti che mi illustrano i loro disagi».
«A questo punto penso sia fondamentale essere dalla parte della popolazione e, se necessario, abbracciare la sua protesta legittima», aggiunge.
Non resta che protestare e aspettare nuovi sviluppi, come dice anche , sindaco di Arcisate: «Restiamo in attesa che i tavoli ripartano, su questi dovranno essere prese decisioni fondamentali per tornare a una prospettiva certa. Assistiamo impotenti a queste decisioni prese dall’alto: spero che la volontà definitiva del Cipe, quando arriverà, potrà dare la certezza che oggi ci manca».
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