– Le ultime notizie riguardo l’Arcisate–Stabio hanno fatti aumentare il disappunto dell’intera Valceresio. Induno Olona ed Arcisate hanno vissuto con disincantata preoccupazione la rottura tra Rfi e Icse, soprattutto, con amara invidia l’inaugurazione della fermata Stabio, in Svizzera, a pochi chilometri oltre confine.
Ad Induno Olona il problema si fa sentire da anni. Le zone più colpite sono via Jamoretti e via Porro. Qui i cantieri fermi ormai da mesi sono a pochi metri, tagliano in due la strada e chiudono molti passaggi. Un ingombro ormai difficile da mandar già per chiunque.
«Ditelo e scrivetelo, una vergogna italiana – commentano gli abitanti – Alcuni nostri conoscenti qualche giorno fa hanno partecipato alla festa elvetica, l’ennesima riconferma che questa ferrovia è divisa tra paradiso e limbo, se non l’inferno». Per vedere le lande dantesche non serve un grande sforzo di immaginazione, basta sbirciare tra le reti che delimitano gli scavi. Buche profonde metri nella terra scura, pozze d’acqua che ricoprono le prime bozze di trincea ferroviaria, lamiere, massi e matriale di scavo ovunque.
Regna un’atmosfera irreale, il tutto sembra abbandonato da anni. Lungo i cantieri resistono a fatica le attività commerciali indunesi, alcuni titolari raccontano la loro storia: «Abbiamo tirato su questa ditta dal nulla, qui una volta non c’era niente e siamo andati avanti per anni senza problemi. Poi è arrivata la ferrovia, gli scavi, e tutti i disagi: clienti scomparsi, fornitori che rimandano le consegne in ricorso della difficoltà di entrare in magazzino e poi, il vivere e lavorare in un luogo che sembra Marte. E poi allagamenti continui, anche negli stabili di una zona che vive di lavori in corso ormai da anni». Sabato, il sindaco di Induno , durante il consiglio comunale ha sancito l’opportunità di sgravare fiscalmente le attività del suo comune disagiate dalla ferrovia in stallo: una prima presa di posizione forte alla quale ne seguiranno altre. Proseguono altri imprenditori:«Una notte è scoppiato un incendio a causa di un corto, il nostro capannone ha preso fuoco, i pompieri sono arrivati velocemente ma si sono trovati nell’impossibilità di operare d’urgenza perché bloccati dalle reti dei cantieri. Non possiamo aspettare altro tempo».
Proseguendo per la Valceresio si arriva ad Arcisate, la colonna di macchine sulla statale 344 è costante e presente ad ogni ora, rimpinguata in settimana dal traffico frontaliero. Spettacolo iniziale di come una ferrovia funzionate potrebbe spostare gli utenti dalla strada ai binari. «Ma quando finirà questo incubo? – si chiedono i cittadini prospettando loro i sei mesi più sei di nuovo appalto e ripresa dei lavori- ci eravamo illusi che il Cipe indirizzasse l’opera ad un finale lontano ma certo, adesso è sfuggito pure quello –proseguono- burocrazia e contese monetarie stanno affossando il Paese a partire da queste cose, il fatto che ormai siamo rassegnati a non vedere la fine dei disagi non può che peggiorare le cose».