Arcisate-Stabio, giorni decisivi per risolvere il caso. Il governatore chiede ai sindaci una settimana/dieci giorni di tempo per dare una risposta definitiva. Stabilito che le terre all’arsenico verranno stoccate nelle cave di Viggiù e Arcisate, resta da chiudere il contenzioso tra Rfi e la ditta appaltatrice Ics. Ripresa realistica dei lavori? Non prima della primavera 2014.
Avevano preannunciato una manifestazione di protesta, i sindaci della Valceresio toccati direttamente sui loro territori dal cantiere della Arcisate-Stabio, attualmente chiuso dal costruttore Ics Salini in attesa di stabilire dove stoccare le terre da scavo.
Ora, dopo il faccia a faccia di venerdì sera a Viggiù con il governatore della Lombardia Roberto Maroni, la manifestazione è congelata, perché le risposte attese dovrebbero arrivare nel giro di dieci giorni.
«Un primo obiettivo era quello di suscitare l’attenzione della politica su questa vicenda e direi proprio che l’abbiamo già raggiunto, con l’impegno diretto del presidente della Regione – spiega , sindaco di Arcisate – ora speriamo che abbia esito positivo anche il secondo obiettivo, che è quello di trovare una soluzione definitiva che permetta di far ripartire i lavori della ferrovia». Da questo punto di vista, Maroni ha dato ampie rassicurazioni ai sindaci su una positiva definizione del caso,
anche se ha chiesto ancora una settimana/dieci giorni di tempo per poter dare una risposta definitiva alle richieste del territorio. «L’interessamento diretto del presidente Maroni implica un’assunzione di responsabilità forte su questa vicenda – sottolinea Pierobon – sappiamo che sta facendo il massimo e confidiamo che abbia l’autorevolezza necessaria per far sì che si sciolgano le ultime riserve sui contratti e sui progetti». Uno dei nodi che ha causato lo stop ai lavori, lo smaltimento delle terre di scavo contenenti quantità di arsenico non compatibili con il preventivato riutilizzo nel cantiere, dovrebbe risolversi al Cipe, l’organo del ministero delle infrastrutture, dove verrà rivisto il piano delle terre. Lo stoccaggio verrà effettuato nelle cave di Viggiù e di Arcisate. Questo comporterà tempi non brevissimi, tanto che una realistica ripresa dei lavori non potrà avvenire prima del marzo del 2014.
Nel frattempo però resta da risolvere, e Maroni proverà a farlo nei prossimi giorni, il contenzioso venutosi a creare tra il committente, Rfi (Rete Ferroviaria Italiana), e l’appaltatore, la ditta Ics Grandi Lavori di Claudio Salini. Ai sindaci il governatore avrebbe prospettato una sorta di ultimatum ai due soggetti, chiedendo «un sì o un no» sulla ripresa dei lavori.
«Il tentativo c’è, ma sappiamo che l’esito non dipende dalla Regione ma dalle parti in causa – ammette il sindaco di Cantello – di certo il governatore si è fatto carico con grande disponibilità di prendersi a cuore la soluzione di questo problema. Noi sindaci ora stiamo alla finestra, sperando in un’evoluzione positiva». Maroni ha infuso grande ottimismo nei rappresentanti delle comunità dilaniate dai disagi del cantiere della ferrovia italo-svizzera. Lo conferma il sindaco di Induno Olona : «Con tutta la prudenza necessaria, le parole del presidente Maroni ci fanno ben sperare. D’altra parte chiedevamo informazioni “di prima mano” e ce le ha date, ascoltandoci e raccogliendo le nostre osservazioni».
ARCISATE
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