Mosca, 19 ago. (Apcom) – Colpo di scena nella vicenda della Arctic
Sea. Mentre tutto il mondo si chiedeva dove fosse finito, in
realtà le autorità marittime conoscevano esattamente la rotta
seguita dal mercantile negli ultimi quindici giorni, ma avevano
scelto il silenzio per non correre il rischio che il tentativo di
sequestro finisse nel sangue. E’ quanto riferisce un comunicato
dell’Autorità marittima di Malta, dove il mercantile con
equipaggio russo era registrato.
“I movimenti della MV Arctic Sea sono sempre stati noti per
diversi giorni, malgrado i rapporti secondo cui la nave era
‘scomparsa’”, dice il comunicato, aggiungendo che le autorità di
Finlandia, Malta e Svezia avevano concordato di “non rivelare
alcuna informazione sensibile per non mettere a rischio le
persone a bordo e l’integrità della nave”.
Stando al resoconto fatto lunedì al presidente Dmitri Medvedev dal
ministro degli Interni russo, Anatoli Serdyukov, il sequestro è
avvenuto “il 24 luglio alle 23 (le 21 in Italia), nelle acque
territoriali svedesi: un fuoribordo si è avvicinato all’Arctic
Sea con la scusa di avere problemi al motore;
(sull’imbarcazione) si trovavano quattro cittadini estoni, due
lettoni e due russi”, che sono saliti a bordo e sotto la minaccia
delle armi hanno preteso che tutto l’equipaggio si sottomettesse
ai loro ordini”, facendo rotta verso l’Africa.
I sospetti si trovano ora a bordo della nave scorta russa
“Ladny” e sono stati sottoposti a interrogatorio, mentre
l’equipaggio dell’Arctic Sea – formato da 15 marinai russi – è in
corso di rimpatrio; sulla possibile partecipazione o complicità
dell’equipaggio al dirottamento Serdyukov si è limitato ad
affermare che l’inchiesta “è ancora in corso”; secondo quanto
reso noto dal Ministro al momento dell’arrivo delle unità russe i
marinai non si trovavano sotto la minaccia delle armi.
La Arctic Sea, battente bandiera maltese, era partita dalla
Finlandia con un carico di legname per un valore di 1,83 milioni
di dollari. Già dal 24 luglio si è cominciato a parlare di un
sequestro, dopo un abbordaggio attribuito a una non meglio
precisata squadra antinarcotici che avrebbe successivamente
alsciato la nave; il 28 luglio il cargo era stato avvistato nel
Canale della Manica e successivamente scomparsa.
La scomparsa del cargo ha suscitato stupore e perplessità fra
gli esperti di tutta Europa, con ipotesi che variavano dalla
inedita presenza di pirati nel mare del Nord, al coinvolgimento
nel contrabbando o nel traffico di droga: in particolare
sorprendeva il fatto che non sia stato trasmesso alcun segnale di
sos nel momento del sequestro, sebbene tutte le navi siano munite
di un sistema di collegamento per questa evenienza, né che i
membri dell’equipaggio siano riusciti ad utilizzare i propri
cellulari per avvertire di quanto stava accadendo.
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