Se dal muretto di Alassio nascono le miss, dal muretto di Avigno nascono gli artisti.
, 23 anni, ha fatto “carriera” grazie alla compagnia dei ragazzi di Avigno. La giovane, infatti, pur abitando alla Schiranna, ieri ha avuto l’onore di esporre i suoi quadri nel giorno conclusivo della festa patronale di Avigno, facendo vedere le sue opere a un pubblico più vasto di quello dei più stretti conoscenti. Il privilegio è arrivato proprio grazie alla sua frequentazione del “muretto”.
Il mistero dell’elefante
«Abito alla Schiranna ma “esco ad Avigno”: è qui che ho i miei amici – racconta Arianna – Sono loro a incoraggiarmi a dipingere, tanto che al mio compleanno mi hanno regalato un trittico di tele, per farci un disegno ispirato alla compagnia. Io ho dipinto uno stormo di gabbiani che volano insieme. Ho scelto proprio il gabbiano per omaggiare l’acqua e quindi il lago di Varese».
Arianna ha conseguito il diploma di scuola superiore al liceo artistico. Poi si è iscritta a un corso specifico sul disegno e successivamente al corso di laurea in scienze della comunicazione a Varese.
Le sue tele uniscono acrilico e materia per avere un effetto ruvido, che travalica la dimensionalità della tela. Sono quadri che fanno venir voglia di toccarli, che si muovono verso l’osservatore, affascinandolo.
«I soggetti preferiti sono gli animali e le città – riprende la giovane – Spesso metto su tela i miei sogni, senza sapere bene cosa significhino: poi sono gli altri a provare a interpretarli. Ed è per quello che non metto mai titoli alle mie opere, per non influenzare chi guarda».
Un esempio è la misteriosa tela dell’elefante. Si tratta di una tela enorme con un grosso elefante grigio, che qualcuno vede placido e qualcun altro buio e triste. Ad Arianna quell’elefante è apparso in sogno. Lo ha voluto trasporre sulla tela tale e quale, forse per capire lei stessa cosa significasse. Ma la discrepanza delle opinioni ha fatto rimanere l’elefante un enigma che non avrà mai risposta.
Mostra al Cavedio
«Nessuno invece ha avuto dubbi nel decifrare gli occhi dell’aquila, quelli li ho dipinti in un momento in cui ero arrabbiata – continua – Di carattere sono una che non lascia trasparire molto le emozioni, la pittura è un mezzo per esprimermi».
Animali feroci e città si specchiano gli uni negli altri nelle tele di Arianna, per tratteggiare universi sempre un po’ estemporanei. Le città sono quasi tutte degli Stati Uniti, con le bandiere che sventolano sopra edifici dalle linee spigolose. «Scelgo gli Usa perché mi affascinano molto nelle contraddizioni e nelle atmosfere», spiega l’artista.
E nel futuro? «Adesso sto studiando comunicazione e poi vorrei lavorare nel mondo dell’arte. Sarebbe bello trovare il modo di coniugare la passione della pittura con qualche strategia di marketing o di mercato dell’arte. E il resto si vedrà» conclude Arianna, che è disponibile anche a dipingere soggetti su commissione.
Sarà possibile ammirare i quadri di Arianna Lucini Paioni anche al Cavedio, dal 25 giugno al 25 luglio.
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