Da ‘armocromia’ – portata in auge dalla segretaria del Pd Elly Schlein – a ‘eco-talebano’ – termine spesso legato agli attivisti del clima con le loro manifestazioni di protesta un po’ estreme. Ma anche ‘underdog’, ‘oblio oncologico’, ‘transilienza’. E ‘famiglia queer’ – espressione rilanciata da Michela Murgia, scomparsa proprio nel 2023, per indicare una comunità di persone che vivono insieme o legate da affinità affettive, sentimentali e dalla condivisione delle attività. Sono alcune delle parole del 2023 del Libro dell’anno
Treccani, appena pubblicato, con i principali neologismi scelti dall’Osservatorio della Lingua Italiana. “Uno strumento – ricorda il Presidente dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Franco Gallo – in grado di analizzare da ogni punto di vista, con martellante incisività, quella ‘energia spietata che muove la storia’, quel ‘movimentato spettacolo del Mondo’, per usare le parole di Italo Calvino, di cui la Treccani celebra il centenario della nascita. Un sapere certificato e di qualità, che ci lega ai lettori da anni – ricorda Gallo – che offre una mappa ancora più approfondita e dettagliata di quanto sta accadendo”.
Le nuove parole selezionate dall’Osservatorio della Lingua Italiana Treccani mostrano come politica, tecnologia, ambiente e costume hanno avuto un peso determinante nella loro diffusione. Così si sono imposti anche all’attenzione anche; “controegemonia”; “esternalizzazione delle frontiere”; “movimento delle tende”; “orbanizzare”; “privatocrazia”. La sensibilità della pubblica opinione verso i cambiamenti climatici, e in particolare verso l’innalzamento delle temperature del Pianeta, ha contribuito all’affermazione di parole quali “Caronte”; “codice calore”; “downburst”; “ebollizione globale”; “eco-talebano”; “e-fuel”; “european green deal”; “iper-estate”; “iperturismo”; “isola di calore umano”. Cambiano i costumi, cambiano le abitudini delle persone, cambia l’economia e la società, interviene la cronaca e cambiano, di conseguenza, anche le parole. Si registra allora “ergastolo della patente”; “gravidanza solidale”; “cavaiola”; “iperturismo”; “skin shaming”; “transilienza”; “diversity editor”; “dealcolato”; “inflazione da avidità”; “pizzo di Stato”; “pull factor”; “anti orso”.
Un ruolo importante nelle neo formazioni lessicali lo hanno avuto, inoltre, le innovazioni tecnologiche. Da cui “intelligenza artificiale generativa”; “modello linguistico di grandi dimensioni”; “pregiudizio algoritmico”; “elaborazione del linguaggio naturale”. Anche i social media hanno avuto le loro parole, come “barbienheimer”, “booktok”, “challenge” e “deinfluencing”.
“I neologismi selezionati per il Libro dell’Anno Treccani 2023 meritano di essere segnalati – spiegano i linguisti dell’Osservatorio della Lingua Italiana – perché hanno contrassegnato l’anno che ci siamo lasciati alle spalle, fotografando la sensibilità politica, sociale e culturale degli italiani e i cambiamenti nelle opinioni e nei costumi. Sarà il tempo a stabilire il destino lessicografico di questi neologismi, ovvero la loro fortuna nelle future edizioni dei dizionari. Il nostro lavoro è stato quello di individuare le nuove parole che, nel corso del 2023, hanno presentato la maggiore rilevanza dal punto di vista socioculturale, sia nell’uso comune che nella loro ricorrenza nella stampa e nella saggistica”
E il 2023 è stato un anno intenso di avvenimenti. Dalla guerra in Ucraina agli orrori in Medioriente, passando per i cambiamenti climatici – con terremoti, alluvioni, inondazioni – fino al boom dell’immigrazione clandestina, connesso con il calo delle nascite. Il Libro registra anche gli anniversari e sottolinea l’importanza di alcuni avvenimenti: il valore dei 75 anni della Costituzione Italiana; la destra che ha vinto le elezioni dopo anni e anni di opposizione, con la novità della prima donna premier, Giorgia Meloni; la ricorrenza degli 80 anni dal 1943, che segnò la fine del fascismo, l’inizio della fase più crudele della Seconda guerra mondiale, il ritorno alla democrazia. Tra le figure più significative del 2023, anche un altro grande capo dello Stato, Giorgio Napolitano. E molte donne, coraggiose e impegnate come Katalin Karikó, che ha dedicato all’RNA messaggero i suoi studi, grazie ai quali sono stati messi a punto i vaccini contro il Covid-19; o l’attivista iraniana Narges Mohammadi, imprigionata nel carcere di Evin e condannata a 31 anni di reclusione e a 154 frustrate. Entrambe premi Nobel.