Arrestato a Malpensa super latitante, ricercato per frodi informatiche

Un quarantenne italo-australiano, ricercato per frode telematica e riciclaggio, è stato arrestato a Malpensa dalla Polizia di Stato dopo tre anni di latitanza. Il suo coinvolgimento in un’associazione criminale ha generato profitti illeciti di circa 31 milioni di dollari, con vittime prevalentemente anziane

Dopo oltre tre anni di latitanza, un quarantenne italo-australiano è stato arrestato a Malpensa dalla Polizia di Stato. Ricercato a livello mondiale per gravi reati di frode telematica e riciclaggio, l’uomo è accusato di far parte di un’associazione a delinquere specializzata nella frode informatica, nel danneggiamento di apparati telematici e nel riciclaggio di denaro illecitamente guadagnato.

L’operazione è stata condotta in esecuzione di un mandato d’arresto emesso dalla Corte Distrettuale del Nord Carolina (Stati Uniti). Il Federal Bureau of Investigation (FBI) aveva richiesto la collaborazione delle autorità italiane dopo aver individuato un possibile transito del ricercato nel Paese. Grazie a un’azione coordinata tra il Cosc della Polizia Postale di Milano e l’Ufficio Polizia di Frontiera di Malpensa, gli agenti sono riusciti a localizzare l’uomo, mentre arrivava su un volo proveniente da Singapore, e ad arrestarlo non appena sbarcato.

Le accuse nei suoi confronti sono legate a una frode informatica che ha colpito numerosi utenti di internet, in particolare anziani e persone vulnerabili. La banda criminale di cui l’arrestato faceva parte utilizzava un malware per bloccare i computer delle vittime, mostrando un messaggio allarmante che indicava un “compromesso” del dispositivo. Gli utenti venivano quindi indotti a contattare un call center truffaldino, dove venivano richiesti pagamenti per un’assistenza che in realtà non esisteva. Le indagini dell’FBI hanno rivelato che questa frode globale ha generato profitti illeciti per circa 31 milioni di dollari, con pene massime di trenta anni di reclusione per i trasgressori, soprattutto se coinvolgono vittime anziane.

Al momento dell’arresto, il 43enne era in possesso di diverse migliaia di euro in contante, dispositivi informatici, carte di credito e orologi di alto valore. È stato condotto nel carcere di Busto Arsizio, dove rimarrà a disposizione delle autorità italiane in attesa delle procedure di estradizione. Questa operazione si inserisce in un contesto più ampio di collaborazione tra l’FBI e la Polizia di Stato italiana, che ha già portato, a luglio scorso, all’arresto di un altro cyber-criminale ricercato.