Betlemme, 15 apr. (TMNews) – Era una persona dedita in maniera assoluta alla causa palestinese. Così i membri dell’Ong per
cui militava Vittorio Arrigoni, l’International Solidarity
Movement (Ism), gruppo a sostegno della causa palestinese, raccontano il loro amico, ucciso a Gaza da un gruppo di sequestratori salafiti.
“Sono completamente sotto choc. Ho pianto tutta la notte. Non ho pensato neppure per un momento che potessero uccidere un uomo che si era votato anima e corpo ai palestinesi” ha confidato una fondatrice dell’Ism, Houwada Arraf. “Di tutti i nostri militanti a Gaza, è lui che ci è restato più a lungo. Era molto conosciuto, viveva con il popolo” ha aggiunto. “Si tratta di un atto commesso da forsennati, che agiscono contro la volontà del popolo” palestinese, ha detto Arraf, precisando che l’Ism non ha al momento deciso di allontanare da Gaza i propri militanti.
“Doveva lasciare Gaza il 3 aprile, perché suo padre non sta bene, ma aveva deciso di restare, visto l’aumento delle violenze” ha raccontato Simona Ghizzoni, dell’agenzia fotografica Cospe, riferendosi ai recenti raid israeliani, in risposta al lancio di un missile da Gaza. Un altro fotografo, che ha preferito mantenere l’anonimato, ha descritto Arrigoni come una persona votata “in maniera incondizionata alla causa palestinese”, cui dedicava un “sostegno senza limiti”.
Khaleel Shaheen, del ‘Palestinian Centre for Human Rights’, amico di Arrigoni, ha dichiarato: “Per quello che è successo oggi, questo è un giorno nero nella storia palestinese. L’orribile omicidio del nostro amico Vittorio è da condannare in maniera assoluta. Chiediamo alle autorità locali di portare i criminali davanti alla giustizia al più presto. Vittorio rimarrà sempre nei nostri pensieri. E’ un eroe palestinese”.
Arrigoni è stato il terzo militante dell’International Solidarity Movement a essere ucciso a Gaza, dopo Rachel Corrie e Tom Hurndale, morti nel 2003.
(con fonte Afp)
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