Rapinò una giovane coppia in treno: condannato a un anno e 6 mesi il malvivente tatuato. È stato infatti il vistoso tatuaggio che il rapinatore aveva sul braccio a portare gli inquirenti sino a lui. Un tatuaggio abbastanza particolare: il volto del padre defunto.
Il fatto avvenne l’anno scorso, precisamente a Ferragosto. Erano le 21.30, quando l’uomo, 37 anni, è salito sul treno alla stazione di Malnate e, approfittando dell’assenza di altri passeggeri, ha preso di mira la borsetta di una viaggiatrice. Improvvisamente si è avventato sulla vittima strappandole con violenza la borsa e, per neutralizzare il fidanzato intervenuto a difesa della ragazza, gli si è letteralmente sdraiato addosso, immobilizzandolo.
Una volta ottenuto il bottino, il malvivente è sceso velocemente dal treno alla Stazione di Venegono Inferiore, ma i due ragazzi lo hanno inseguito per cercare di recuperare il maltolto.
E così, durante la fuga, accortosi della presenza dei due, il reo ha cominciato a lanciare in aria il contenuto della borsa, cercando di ostacolarli. Quando le due vittime si sono fermate per raccogliere da terra gli effetti personali della donna, il trentasettenne è tornato indietro e ha minacciato e aggredito di nuovo l’uomo, finito poi al Pronto Soccorso.
Durante la colluttazione, il ragazzo vittima della violenza del suo aggressore è rimasto colpito da un tatuaggio particolare che il rapinatore aveva sull’avambraccio sinistro, raffigurante il viso del padre defunto.
È stato proprio quel tatuaggio che, in sede di riconoscimento, ha permesso alle vittime di risalire, tra le immagini sottoposte alla loro attenzione dai poliziotti durante le indagini, a quella del rapinatore.
Utili sono state anche le telecamere di videosorveglianza delle stazioni di Malnate e Venegono Inferiore. Ieri è arrivata la condanna: il trentasettenne si è scusato durante il processo con le due vittime per l’accaduto. Si è scusato e si è detto pentito. L’accusa aveva chiesto una condanna a due anni e 15 giorni.
L’avvocato difensore Giovanni Caliendo ha sostenuto che si sia trattato di tentata rapina, non di rapina consumata. Il giudice Anna Azzena lo ha condannato a un anno e sei mesi con commutazione della misura di custodia cautelare in carcere in una misura restrittiva più lieve. Il rapinatore sconterà ai domiciliari.