L’ascensore è in manutenzione e il disabile si trasferisce in albergo, ma il conto chi lo paga?
Spinosa la questione che vede protagonista Domenico Comendulli, disabile in sedia a rotelle, e l’amministratore di condominio Claudio Lia.
La vicenda si svolge nella palazzina al civico 20 di via Cairoli, dove dal 27 maggio l’ascensore è fermo per un intervento di manutenzione. Comendulli abita al primo piano e per lui non poter usare l’ascensore equivale a non avere la libertà
di entrare e uscire di casa. Durante la settimana, per andare e tornare dal lavoro. Nei giorni festivi, quando gli pare e piace.
«Non avendo più libero accesso alla mia casa mi sono trasferito nell’albergo Stelvio di via Tonale – racconta Comendulli – Ho fatto il conto: se la manutenzione dovesse durare un mese così come è stato annunciato, io arriverò a spendere circa 1150 euro. Soldi che ritengo mi debba rimborsare l’amministratore. Io sono in regola con le spese di condominio, perché devo pagare di mia tasca un disservizio per me così sostanziale, come non poter arrivare alla porta di casa mia? Perché non è stata prevista una rampetta provvisoria?».
La moglie di Domenico fa la spola dall’appartamento all’hotel per portargli il cambio dei vestiti. «Al signor Comendulli era stata offerta la possibilità di entrare e uscire di casa, una volta al mattino e una alla sera, portato “a braccia” dagli uomini dell’impresa che sta lavorando sull’ascensore – ribatte l’amministratore Claudio Lia – Lui ha rifiutato dicendo che l’orario non gli andava bene. Gli operai sarebbero arrivati alle 7.45 del mattino, ma lui aveva bisogno di uscire alle 7.30. Idem alla sera, anche lì c’era un quarto d’ora che ballava».
«La rampa provvisoria – spiega ancora l’amministratore del condominio – non si può fare, perché la scala non lo consente. In altri casi, con altri disabili, non è stato difficile trovare un compromesso. Inoltre le richieste del signor Comendulli non sono mai state presentate formalmente. Pertanto, se arriverà la fattura dell’hotel, la manderò direttamente al mio legale». A. Mor.
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