Roverto Cobertera, 57 anni, trascorreva i giorni nell’ombra della prigione di Massa Carrara, scontando la sua condanna all’ergastolo per un tragico episodio avvenuto a Varese nel novembre 2008. Nella bufera di una domenica sera, la tranquilla via Ravasi, nei pressi dell’università, fu teatro di un oscuro evento: lo spacciatore marocchino Tarik Saadeddine fu colpito mortalmente con tre fendenti, lasciando dietro di sé un alone di mistero e violenza. Cobertera, una figura già nota per i suoi legami nel mondo del narcotraffico, fu identificato come il responsabile e condannato per omicidio.
Tuttavia, circa un mese fa, un improvviso colpo di scena ha scosso le fondamenta della giustizia. Cobertera, cittadino dominicano e statunitense, ottenne un permesso premio di tre giorni dal magistrato di sorveglianza, un piccolo spiraglio di libertà che si trasformò in una fuga audace. L’uomo, considerato un narcotrafficante di alto livello, ha fatto perdere le sue tracce, lanciando le forze dell’ordine in una caccia serrata che si estende su tutto il territorio nazionale, con particolare attenzione rivolta a Varese, il luogo del suo tragico passato.