Il Tribunale di Varese ha assolto il titolare di una pizzeria locale, un 43enne accusato di violenza sessuale nei confronti di una ragazza dopo una serata trascorsa in un bar sul lago di Lugano. La sentenza, che ha accolto la richiesta del pubblico ministero Lorenzo Dalla Palma, ha stabilito che “il fatto non sussiste”, evidenziando l’inattendibilità della testimonianza della giovane.
Durante il processo, il pubblico ministero aveva messo in dubbio il racconto della ragazza, sottolineando che ella si trovava in uno stato di ubriachezza e presentava un “ricordo confuso” degli eventi. Il pm ha inoltre evidenziato che era “difficile” dimostrare, oltre ogni ragionevole dubbio, che l’imputato fosse consapevole della non volontà della donna a intraprendere un rapporto sessuale.
La difesa, rappresentata dagli avvocati Marco Antonini e Fabio Stefanetti, ha concordato con la richiesta di assoluzione, ponendo l’accento sull’inattendibilità della ragazza, la cui versione è stata contraddetta da alcuni testimoni. In aula, la giovane si era costituita parte civile, chiedendo un risarcimento di cinquemila euro per un presunto comportamento lesivo della sua sfera sessuale.
Il racconto della vittima, che aveva descritto dettagliatamente l’accaduto, ha sollevato interrogativi sulla sua credibilità. Secondo la ragazza, l’imputato l’avrebbe portata nella sua pizzeria, chiudendo a chiave e tentando di abusare di lei. Tuttavia, il fatto che l’uomo si sia fermato dopo che la giovane ha dichiarato di essere vergine è stato interpretato dalla difesa come un segno della sua convinzione che la ragazza fosse consenziente.
L’imputato, nel frattempo, ha chiuso il suo locale e si è trasferito, e non ha mai rilasciato dichiarazioni pubbliche in merito all’accusa.