SARONNO (s. giu.) Claudio Carè, fondatore della «Guardia nazionale» è stato assolto dall’accusa di usurpazione di pubblica funzione dal giudice monocratico saronnese Alessandra Simion. Il caso affrontato al tribunale di via Varese fa riferimento a quanto avvenuto il 15 maggio 2009 quando il caronnese, in servizio per conto dell’associazione che realizzava servizi anti-incendio boschivo e protezione civile, aveva notato uno straniero che urinava in piazza Cadorna, davanti alla stazione centrale, incurante dei passanti. Carè, che indossava, la divisa dell’associazione, aveva fermato lo straniero e dopo avergli chiesto i documenti ed averlo identificato, l’aveva invitato a presentarsi al comando della polizia locale. In realtà però alla sbarra è finito non solo lo straniero, colpevole di atti osceni, ma anche lo stesso Carè.
Secondo la procura, infatti, il co-fondatore della «Guardia nazionale» non avrebbe potuto chiedere i documenti ed identificare lo straniero, perché questa prerogativa spetterebbe solo ad agenti di polizia e carabinieri. Proprio per questo nell’ultima udienza al tribunale di Saronno il sostituto procuratore Cristina Filiciotti ha chiesto una condanna a tre mesi reclusione del caronnese. Accuse respinte con forza dall’imputato che ha proclamato la propria innocenza sottolineando di non essere mai andato oltre i propri doveri di cittadino. L’avvocato difensore Gabriele Vecchioni ha inoltre evidenziato come l’usurpazione di pubblica funzione si concretizzi solo quando l’azione è in contrasto con gli interessi dell’amministrazione pubblica. Una tesi che ha convinto il giudice Simion che ha assolto Claudio Carè «perché il fatto non costituisce reato».
e.marletta
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