L’1 agosto si celebra la Giornata Mondiale contro il Tumore al Polmone. Sebbene sia stata istituita solo di recente (nel 2012), la sua importanza è evidente: è un’occasione per sensibilizzare e promuovere la conoscenza su fattori di rischio legati a questo tipo di cancro, favorire la prevenzione e focalizzare l’attenzione su ricerca scientifica e vantaggi delle terapie precoci.
ASST Valle Olona è in prima linea nella lotta ai tumori polmonari. In Italia, nel 2023, sono state stimate circa 44.000 nuove diagnosi, di cui 30.000 nel sesso maschile.
È la seconda neoplasia più frequente negli uomini (15%) e la terza nelle donne (6%).
“Mentre nel sesso maschile l’incidenza è in lieve, ma costante riduzione negli ultimi anni, altrettanto non si può dire dell’incidenza nel sesso femminile”, spiega il dott. Giuseppe Di Lucca, Direttore Unità Operativa Complessa di Oncologia operante nel Presidio Ospedaliero di Saronno.
Che prosegue: “Grazie ai progressi delle terapie negli ultimi 15 anni, la sopravvivenza dei tumori polmonari è aumentata, ma la mortalità è ancora molto elevata. Se nel 2010 solo il 5% dei pazienti con malattia non operabile era vivo a 5 anni dalla diagnosi, nel 2023 questa percentuale è salita al 16% negli uomini e al 23% nelle donne”.
Risulta evidente, dunque, quanto questi dati impongano di non dimenticare mai l’importanza della prevenzione primaria, e in particolare della lotta al fumo, principale fattore di rischio: l’utilizzo di tabacco, infatti, è direttamente correlato all’insorgenza dei tumori polmonari in circa l’85% dei casi.
La maggior parte dei casi di tumore del polmone corrisponde all’istologia non a piccole cellule (non-small cell lung cancer, NSCLC), mentre il microcitoma polmonare (tumore a piccole cellule, SCLC) rappresenta la minoranza dei casi (15%).
“Ad oggi, solo una percentuale limitata dei casi di NSCLC viene diagnosticata in stadio iniziale (nel quale i pazienti sono potenzialmente candidati all’intervento chirurgico curativo), sottolinea il dott. Di Lucca, “I tumori in stadio iniziale non danno sintomi, ma sono potenzialmente diagnosticabili con lo screening. Lo screening dei tumori polmonari con TC del torace a bassa dose di radiazioni non è inserito nei programmi di salute pubblica, ma è disponibile a livello sperimentale in numerosi centri”.
I soggetti a rischio (ovvero quelli di età compresa tra 55 e 75 anni, forti o ex-forti fumatori, che hanno smesso da meno di 15 anni e con un consumo medio di 20 sigarette al giorno per 30 anni o di 40 sigarette al giorno per 15 anni) possono aderire al progetto RISP (Rete Italiana Screening Polmonare).
Il reclutamento dei partecipanti al progetto RISP avviene attraverso la collaborazione attiva di Medici di Medicina Generale, call center nazionale (800 213 601) e sito web (www.programmarisp.it) per la registrazione diretta online.
Per i tumori in fase avanzata è fondamentale l’attenzione precoce ai sintomi; quanto più precoce è la diagnosi, tanto maggiori sono le possibilità di trattamento. Un fumatore che abbia una tosse persistente “diversa dalla solita”, veda tracce di sangue nel catarro, abbia un dolore toracico che non passa nel giro di qualche giorno o un aumento della difficoltà a respirare deve rivolgersi subito al medico. A maggior ragione gli stessi sintomi devono fare scattare un allarme se non si fuma.
La gestione dei tumori polmonari in ASST Valle Olona è condotta secondo un modello multidisciplinare che vede coinvolti pneumologi, oncologi, radioterapisti, medici nucleari, radiologi, anatomopatologi.
Nel bacino di utenza della nostra ASST vengono diagnosticati circa 300 casi all’anno.
In questo momento la parte chirurgica è condotta in stretta collaborazione con altre aziende, come l’Ospedale di Circolo Fondazione Macchi di Varese e il Policlinico di Milano.
La diagnostica è sempre più complessa perché, oltre all’esame istologico è fondamentale, nella maggior parte dei casi, un’analisi molecolare che individui alterazioni per terapie “mirate”, possibili in circa il 20-25% dei pazienti con NSCLC.
“I progressi più recenti della chirurgia consistono nella possibilità sempre maggiore di effettuare una chirurgia mini-invasiva, con minori conseguenze per il paziente e recupero più rapido”, afferma il dott. Di Lucca, “In ambito radioterapico, il perfezionamento tecnico delle apparecchiature consente di somministrare dosi più concentrate sul tumore, con minor coinvolgimento dei tessuti sani vicini”.
Le terapie mediche più moderne integrano (o sostituiscono) la “vecchia” chemioterapia con l’immunoterapia, consistente nella somministrazione di farmaci che risvegliano il nostro sistema immunitario e lo spingono a reagire contro le cellule tumorali. Nei casi con particolari alterazioni molecolari, la terapia di scelta è rappresentata da farmaci “mirati”, in genere somministrati per via orale, che bloccano le mutazioni responsabili dello sviluppo e della propagazione delle cellule tumorali.
Stanno per giungere sulla scena anche nuove modalità di trattamento già utilizzate in altri tumori, come gli anticorpi coniugati.
“Se è indubbio che il panorama della ricerca consente di guardare al futuro con ottimismo, è necessario ribadire quanto sia fondamentale uno stile di vita sano, che parta dall’abolizione del fumo di sigaretta e contempli il mantenimento di una buona forma fisica e la cura per l’ambiente in cui viviamo (l’inquinamento atmosferico è considerato il secondo fattore responsabile dei tumori polmonari, dopo il fumo)”, conclude il dott. Di Lucca.