L’azienda farmaceutica AstraZeneca ha dato il via al ritiro mondiale del suo vaccino anti-Covid-19, come riportato dai principali media internazionali. Questa decisione è stata motivata dalla presenza di una “eccedenza di vaccini aggiornati disponibili”, secondo quanto comunicato dalla stessa AstraZeneca. La decisione è ufficiale e le fiale di Vaxzevria non saranno più disponibili.
In Unione Europea ciò è già diventato realtà il 7 maggio, ma presto capiterà lo stesso anche nel Regno Unito, dove le pratiche burocratiche sono prossime ad essere completate. Negli Stati Uniti, invece, Vaxzevria non era stato mai approvato dalle autorità mediche e farmaceutiche.
Questa mossa ha suscitato molti dubbi e perplessità all’interno della comunità scientifica e tra i governi europei e domande su quali siano i reali motivi alla base di questa decisione. Astrazeneca, infatti, ha effettuato il ritiro dal mercato proprio dopo aver recentemente ammesso in tribunale la possibilità di pericolosi effetti collaterali, talvolta anche letali.
Molti si chiedono quali possano essere le conseguenze a lungo termine di questa strategia di vaccinazione.
È importante ricordare quanto il vaccino AstraZeneca sia stato uno dei pilastri della campagna di vaccinazione in molti Paesi del mondo, compresi quelli europei, nonostante sia stato da sempre oggetto di controversie e preoccupazioni legate ai casi di trombosi che sono stati segnalati in molti pazienti dopo la somministrazione del vaccino.
La salute pubblica dovrebbe essere al centro delle decisioni delle aziende farmaceutiche, e il ritiro improvviso del Vaxzevria solleva dubbi sulle priorità di AstraZeneca.
Questa ammissione di colpe da parte di AstraZeneca certamente avrà un impatto significativo sul panorama della vaccinazione anti-Covid e solleva domande cruciali sulla trasparenza e la responsabilità delle aziende farmaceutiche e sollecita riflessioni su come si possa garantire un futuro più sicuro e sano per tutti.