Berlino, 20 ago. (Ap) – Il presidente della federazione sudafricana di atletica leggera Leonard Chuene sostiene che la neo-campionessa iridata degli 800 metri Caster Semenya, oro ieri sera nella finale ai Mondiali di Berlino, sia sottoposta ad una intensa campagna di discriminazione solo perché africana.
La diciottenne Semenya, al centro di voci e sospetti per la sua evidente “mascolinità”, nei tratti, nei lineamenti, nel fisico e anche nella voce, sarà sottoposta dalla federazione internazionale ad un controllo per verificarne l’effettiva appartenenza al genere sessuale femminile, i cui risultati arriveranno però non prima di sette giorni. “Non accadrebbe lo stesso con giovani atlete europee”, sostiene Chuene. “Fosse stata una ragazza bianca ora sarebbe seduta sulla sedia di uno psicologo, ma lei è una figlia dell’Africa”.
Sospetti che il presidente della federazione sudafricana equipara ad insulti: “E lei non si pò comportare diversamente da qualsiasi altra ragazza, è un essere umano e come tale reagisce”, ha detto Chuene.
CAW
© riproduzione riservata