Washington, 18 ott. (Ap) – Sono “totalmente false” le accuse di
un coinvolgimento degli Stati Uniti nell’attacco kamikaze odierno
contro i Guardiani della Rivoluzione, l’esercito ideologico del
regime di Teheran, che ha provocato almeno trentuno morti. Lo ha
puntualizzato da Washington il portavoce del Dipartimento di
stato americano, Ian Kelly. Il portavoce ha aggiunto che gli Stati Uniti hanno condannato
quello che ha definito “un atto di terrorismo”.
Era stato il presidente del parlamento iraniano, Ali Larijani, a
puntare esplicitamente il dito contro gli Stati Uniti per
l’attentato nella provincia del Sistan-Baluchistan. “Riteniamo
che gli ultimi attentati terroristici derivino dall’azione degli
Stati Uniti e dimostrino l’animosità degli Stati Uniti nei
riguardi del nostro Paese”, ha dichiarato Larijani.
Ma anche il Foreign Office ha diffuso immediatamente una nota per smentire “nei termini più forti” ogni affermazione su un coinvolgimento di Londra. A rivendicare l’attentato il gruppo ribelle sunnita iraniano Jundallah (soldati di Dio). L’attentato suicida, costato la vita al generale Nour-Ali Shoushtari, vicecomandante dell’esercito dei Guardiani della Rivoluzione, al generale Mohammad-Zadeh, comandante dei Guardiani della Rivoluzione del Sistan-Baluchistan, al comandante dei Guardiani per la città di Iranshahr e al comandante dell’unità Amir-al Momenin, è avvenuto quando i quattro si trovavano all’interno
di un’auto diretti ad una riunione. Il presidente del Parlamento iraniano, Ali Larijani, ha confermato la morte degli alti comandanti in un discorso pronunciato in Parlamento e ritrasmesso in televisione. Si tratta in assoluto dell’attentato più grave mai compiuto contro i pasdaran, potentissimo corpo d’elite massimamente fedele alla Guida Suprema e in prima linea contro i movimenti di opposizione al regime iraniano.
MAZ
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