Attentato alla sede della Lega Nord: un’assoluzione e una condanna a tre mesi di carcere con condizionale subordinata al risarcimento dei danni. La sentenza di primo grado pronunciata ieri dal gup di Varese . Due gli imputati: un ventisettenne milanese, e un coetaneo residente a Castello Cabiaglio. Entrambi i ragazzi sarebbero simpatizzanti, anzi sostenitori, dell’area antagonista antifascista.
I fatti contestati risalgono alla notte tra il 28 e il 29 dicembre 2010 quando i residenti di via Marsala furono svegliati da due esplosioni. Due grossi petardi erano stati fatti esplodere contro la sede del Carroccio, a due passi dalla casa dell’allora indiscusso senatur . I petardi potenziati (più inneschi collegati tra loro con del nastro adesivo) avevano mandato in frantumi tre delle vetrate della sede leghista, danneggiando anche le cornici entro le quali erano state sistemate le fotografie dei big leghisti.
In tutto all’epoca si parlò di danni per duemila euro. Sui muri della sede fu ritrovata la sigla Antifa, che ha immediatamente portato gli inquirenti ad indagare in ambienti dell’area antagonista. L’aggressione aveva fatto sollevare i vertici del Carroccio tanto che aveva dichiarato «Non ci faremo intimorire».
Le indagini avevano portato all’arresto di un giovane antagonista in prima battuta. Il ragazzo venne poi scarcerato: il gip non rilevò gravi indizi di colpevolezza a suo carico. Subito dopo erano stati denunciati a piede libero i due giovani imputati che ieri hanno affrontato il rito abbreviato. Nel caso del varesino «non sono stati acquisiti elementi di prova sul suo coinvolgimento – spiega il legale del giovane – Non è stato lui e la sentenza lo dimostra».
Per il giovane milanese invece le cose sono andate diversamente. Sul nastro adesivo utilizzato per affrancare i petardi è infatti stata trovata una sua impronta digitale. Non solo: le telecamere presenti in zona avrebbero inoltre registrato il passaggio della sua auto nella zona poco prima e poco dopo l’esplosione.
L’accusa ha chiesto una condanna a due anni e sei mesi per entrambi gli imputati. I danni, infine, dovranno essere definiti probabilmente in sede civile visto che nessun esponente della Lega Nord si è costituito parte civile.
Non è escluso che la procura, una volta lette le motivazioni della sentenza, decida di ricorrere in Appello impugnando la sentenza di primo grado.
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