MORAZZONE (a .mad.) Attilio Vedovato, l’anziano di 83 anni investito domenica sera in via Caronno Varesino a Morazzone, è morto nella notte tra lunedì e martedì all’ospedale di Circolo di Varese. Le ferite riportate nell’incidente erano troppo gravi persino per un uomo con la sua tempra e il suo spirito forte.
Vedovato era uno stimato artista, molto noto in paese: amava lavorare il legno a mano. La sua era una dote innata, una passione che coltivava da tempo e che lo ha portato a girare per tutto il Nord Italia, di mercatino in mercatino, incontrando persone a cui ha saputo regalare un po’ della sua creatività e del suo talento: «Era una persona buona, gli volevano tutti bene – lo ricorda il sindaco Matteo Bianchi -. Era molto conosciuto, per la festa del paese ogni terza domenica di luglio esponeva le sue opere in legno. Mi aveva invitato a casa sua a vedere l’opera che stava intagliando, raffigurava l’ultima cena, ne sono rimasto colpito. Aveva doti da artista di valore, con una grande passione. Sono colpito e addolorato per questa scomparsa».
A Vedovato, che lascia la moglie, due figli e due nipoti, è stato dedicato anche un pensiero sul giornale comunale “il Morazzone”: «Mi piace ricordarlo con i suoi attrezzi in mano – scrive Emanuela Poretti -, a scolpire con amore e dedizione il legno. Una passione che continuerà ad avere anche adesso, da lassù, dopo che un fatale destino ce l’ha portato via. Vedovato aveva appena consegnato la sua ultima e più grande scultura, una riproposizione sul legno dell’Ultima
Cena di Leonardo, un’opera d’arte che sta facendo il giro del Nord Italia per poi approdare stabilmente in un museo torinese». «Proprio un mesetto fa – aggiunge – gli feci vista per scambiare quattro parole e fotografare la sua splendida creatura che aveva sapientemente fatto nascere mese dopo mese. Fu un incontro carico di emozioni e rimasi sorpresa dai suoi occhi capaci di brillare ed emozionarsi mentre con pazienza mi descriveva il suo lavoro. La moglie, sua compagna da una vita, mi aprì ogni angolo della casa per farmi vedere le sue piccole grandi opere d’arte. Mi parlò dei tempi passati ai mercatini tra gli artigiani, a scambiare parole con i passanti incuriositi dalla manualità di Attilio».
e.marletta
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