Berlino, 11 feb. (Apcom) – Berlino interviene con crescente
insistenza sulle dinamiche protezionistiche che vengono
individuate nel consistente piano di aiuti pubblici approntato
dalla Francia per il settore dell’auto. Oggi a tornare alla
carica è stata direttamente la cancelliera Angela Merkel,
ribadendo che le misure non devono violare le regole europee
sulla concorrenza. “Siamo tutti preoccupati per le nostre
industrie automobilistiche”, ha detto. Tuttavia “dobbiamo tutti
esaminare quali misure adottiamo, e la Commissione è il guardiano
che deve vigilare sul fatto che questo avvenga in maniera
corretta ed equa”.
La questione verrà “sicuramente” affrontata in occasione del
prossimo vertice straordinario dell’Unione europea, il primo
marzo, ha aggiunto la Merkel durante una conferenza stampa
congiunta con il premier belga Herman Van Rompuy.
Il caso degli aiuti della Francia all’auto è esploso lunedì
scorso, dopo che il presidente Nicolas Sarkozy ha annunciato
prestiti agevolati plurimiliardari di durata quinquennale
produttori dell’Esagono, Renault e Psa Peugeot-Citroen. In
contropartita questi si impegnano a non tagliare posti di lavoro
e a non chiudere impianti in Francia, e a evitare qualunque
delocalizzaizone produttiva.
E sono proprio queste loro contropartite per il solo mercato
nazionale a finire nel mirino delle critiche. Secondo quanto
affermato da un portavoce della Commissione europea, rendono
l’intervento incompatibile con le normative europee, mentre la
presidenza Ceca dell’Ue ha parlato di “protezionismo”.
Il ministro dell’Economia francese, Christine Lagarde, ha già
fatto sapere che Parigi intende tirare dritto con questo
programma, aggiungendo che vuole “rassicurare” anche Berlino
sulla correttezza del piano. Le due case automobilistiche
riceveranno entrambe prestiti per 3 miliardi, ma l’ammontare
complessivo delle risorse mobilitate dalla Francia per la filiera
dell’auto sale a circa 9 miliardi di euro. Rappresenta circa il
10 per cento dell’occupazione nel paese.
Prima ancora del vertice Ue del primo marzo, già a margine del
G7 finanziario di Roma i ministri economici potrebbero avere
occasione di confronto su questa partita. E proprio alla vigilia
degli incontri, che si terranno venerdì e sabato, il ministro
delle Finanze Peer Steinbrueck, tramite il sottosegretario Joerg
Asmussen, ha voluto mettere in guardia dai protezionismi
nazionali, che siano “diretti”, come con i dazi doganali, o
“indiretti” tramite le misure di sostegno all’economia varate dai
governi.
Oggi Asmussen ha precisato che Steinbrueck non intendeva
riferirsi “a un piano specifico” tra quelli varati dai vari
paesi, tuttavia ieri il nuovo ministro dell’Economia della
Germania, il baronetto Karl-Theodor zu Guttenberg, che ha
sostituito Michael Glos, aveva affermato che l’inziativa francese
“non è esente da critiche”.
Voz
© riproduzione riservata