Bruxelles, 26 gen. (Apcom) – La Commissione europea non giudica protezioniste le dichiarazioni di ieri del presidente francese Nicolas Sarkozy, secondo cui è inaccettabile che le auto vendute in Francia siano prodotte all’estero, e avverte che bisogna distinguere fra le condizioni incompatibili con il mercato unico Ue, eventualmente poste dai governi alle imprese per godere dei finanziamenti pubblici, e le posizioni prese da uno Stato in quanto azionista delle imprese stesse (in questo caso la Francia che detiene il 15% di Renault).
Durante il briefing quotidiano della Commissione, oggi a Bruxelles, dopo che la portavoce capo della Commissione, Pia Ahrenkilde-Hansen, aver cercato di declinare ogni commento (“Noi non commentiamo ogni dichiarazione di responsabili politici o capi di Stato e di governo degli Stati membri”, aveva detto), il portavoce del commissario alla Concorrenza, Neelie Kroes, è intervenuto per puntualizzare che le richieste di spiegazioni inviate una decina di giorni fa a Parigi, e ancora in attesa di risposta,
riguardano solo il “contesto molto specifico” dei costruttori d’auto che hanno ricevuto aiuti di Stato temporaneamente ammessi dall’Ue a causa della crisi finanziaria. Bruxelles non accetterebbe, in particolare, che l’erogazione degli aiuti (sotto forma di crediti agevolati) fosse condizionata all’impegno delle imprese a non delocalizzare la propria produzione in altri paesi membri dell’Ue. Ma, ha precisato il portavoce, Joanathan Todd, queste circostanze non si applicano “se per esempio lo Stato francese agisce in quanto azionista di una società, per esempio della Renault”.
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