VALSOLDA Si ribaltò con l’auto finendo contro altri veicoli in sosta e nel suo sangue venne riscontrato un tasso di alcol doppio rispetto al massimo tollerato; rinviato a giudizio, è stato assolto in tribunale a Menaggio perché sonnambulo. Il caso di un 66enne di Valsolda è più unico che raro. La notte del 7 settembre 2009 si mise al volante e raggiunse Porlezza, facendo inversione di marcia per poi rendersi responsabile dell’incidente a Cima. “L’imputato appariva un po’
confuso – ha raccontato in aula un carabiniere intervenuto – ma fui molto più sorpreso nel vederlo con addosso pigiama e pantofole”. L’uomo, come ha riferito la moglie quella sera era già in pigiama quando vennero a salutarlo degli amici, assieme ai quali stappò una bottiglia di vino. “Quando loro se ne andarono, io mi misi a letto e lui accese la tivù – ha aggiunto la donna – Verso l’una ricevetti una telefonata di un nostro amico che mi riferì dell’incidente. Stentavo a crederci”. L’amico citato dalla moglie era arrivato sul posto: “Ho capito che non si rendeva conto di quel che era accaduto, ma non mi capacitavo, soprattutto, del fatto che indossasse pigiama e pantofole”. Gorni faceva uso di sonniferi e, secondo i medici, abbinati a qualche bicchiere di vino potrebbero aver provocato il sonnambulismo, fenomeno fino a quel giorno sconosciuto all’interessato. In seguito gli capitò ancora, a Menaggio.
Il pubblico ministero ha chiesto l’assoluzione e il giudice ha accolto l’istanza, ordinando la trasmissione degli atti alla prefettura per un’eventuale valutazione del soggetto in relazione alla patente di guida.
m.butti
© riproduzione riservata