– Il gelo non ha ancora fatto capolino, ma senz’altro i clienti di OVS preferirebbero trovare un ambiente caldo se dovessero provare qualche capo da acquistare.
Anche le commesse, per la verità, lavorerebbero meglio senza dover stare al freddo.
Ed è così che la “battaglia” che si è già innescata nei negozi della provincia di Varese, capitanata dal sindacato di base Adl, non sembra destinata a fermarsi.
«Da metà ottobre a metà novembre non è stato acceso il riscaldamento, poi ha funzionato in qualche modo per una settimana e, infine, è stato chiamato il tecnico per rimettere in funzione la caldaia.
Ma oggi (ieri, ndr) le lavoratrici del punto vendita di Varese erano al freddo», segnala del sindacato Adl Varese. «È una situazione inaccettabile, non si può essere così irresponsabili».
«È da settembre che, come Adl, chiediamo un intervento risolutivo. L’inverno è ormai alle porte anche se le temperature non sono ancora polari».
La direzione Oviesse dovrà, insomma, provvedere alla risoluzione del problema, a tutto vantaggio dei lavoratori e degli stessi clienti. Il neo di un giorno al freddo all’Ovs di Varese, si aggiunge alle questioni recentemente sollevate dal sindacato di base che chiede ritmi, orari e carichi di lavoro più concilianti con le esigenze familiari delle lavoratrici. Basterebbe almeno non essere costrette a una pausa pranzo di diverse ore che, per chi lavora fuori sede, lontano da casa, significa stare fuori dodici ore rispetto alle otto di lavoro.
Si chiede inoltre di conoscere con un certo anticipo le domeniche lavorative e i turni di riposo. «Non si chiede la luna», commenta Fotia. Ma l’azienda fa orecchie da mercante. E Adl ha prorogato la possibilità di sciopero dalle 12.30 alle 21.30 tutti i giorni, fino a domenica prossima.