VARESE Lombardia assediata dai cinghiali. L’ultimo fronte dell’invasione, secondo quanto rilevato dalla Coldiretti Lombardia, si è aperto in provincia di Varese, in Valcuvia, dove “si muovono in branco, devastano i terreni e adesso cominciano ad avvicinarsi anche alle case” racconta Giorgio Zaffrani, 50 anni, allevatore di mucche da latte a Casalzuigno.
“C’è stato un boom di assalti e i danni, per decine di migliaia di euro, sono praticamente raddoppiati nell’ultimo anno” spiega Fernando Fiori, Presidente della Coldiretti di Varese, che invierà domani una lettera all’assessore provinciale all’agricoltura Bruno Specchiarelli per chiedere risorse aggiuntive, l’eliminazione selettiva degli esemplari in eccesso e “un piano strategico che ponga un argine a questo autentico flagello”.
In provincia di Varese la prima linea della guerra al cinghiale passa in Valcuvia, in Valganna e in Valceresio, ma la situazione sta precipitando in diverse zone della Lombardia, da Brescia a Milano, da Bergamo a Pavia, con oltre un milione di euro di danni negli ultimi 5 anni. Il boom demografico dei cinghiali è confermato anche dagli abbattimenti, passati dai 987 del 1999 ai quasi quattromila fra il 2009 e il 2010.
Nel Milanese, fra Magenta, Cuggiono e Abbiategrasso, di giorno si nascondono nella boscaglia lungo il Ticino per poi partire all’assalto durante la notte. “In estate, quando il livello del fiume è più basso, arrivano anche dalle zone del Piemonte usando gli isolotti di ghiaia come passaggio. Entrano e devastano prati e campi di mais. La situazione è a limite – racconta Orfeo Favotto segretario di zona della Coldiretti a Cuggiono – Il sospetto è che alcuni esemplari selvatici si siano incrociati con dei maiali domestici, aumentando così la loro prolificità”.
“I cinghiali – spiega Monica Rosina, responsabile Coldiretti per la zona di Voghera – devastano frutteti e campi di orzo e frumento. I danni aumentano del 20 per cento all’anno. Ci sono centinaia di aziende coinvolte. Senza contare gli incidenti stradali. Come è successo a me due mesi fa, di sera, nella zona di Val Di Nizza. Mi sono trovata davanti uno di quei bestioni, ho inchiodato, ma non c’è stato nulla da fare: macchina sfasciata e tanto spavento”.
“Servono piani di contenimento sempre più incisivi – dice Nino Andena, Presidente della Coldiretti Lombardia – mentre i risarcimenti devono coprire una parte maggiore dei danni e arrivare con celerità alle aziende”.
e.marletta
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