Azzate Ancora polemiche ad Azzate sulla vicenda Sette Laghi, il residence sottoposto da mesi a sequestro per presunti abusi edilizi. Dopo le parole del sindaco Gianni Dell’Acqua che aveva espresso tutta la sua amarezza è intervenuto il presidente Alessandro Scandroglio: «Mentre la società aveva cura di presenziare con i propri tecnici e con gli avvocati, ovviamente nel solo spirito di rendere il più possibile fruttuoso ogni incontro – dice Scandroglio – l’amministrazione si presentava ogni volta con interlocutori diversi, spesso neppure a conoscenza del contenuto e dell’esistenza dell’incontro precedente, ma preoccupati di riferire che altri avrebbero semmai dovuto valutare le proposte che ogni volta, seppur verbalmente, venivano formulate dai tecnici della società».
Si susseguono gli incontri interlocutori tra le parti fino a luglio: «Il 16 luglio – prosegue Scandroglio – la società si era persino determinata a far protocollare, secondo normativa, una esplicita richiesta al fine di conoscere, visti i comportamenti precedenti della pubblica amministrazione, se la amministrazione intendeva perseguire una soluzione di accordo adottando un atto di indirizzo in un’ottica di economia complessiva. Ovviamente, nessuna risposta nemmeno verbale, e quanto accaduto dopo l’esecuzione del sequestro nel settembre 2012, le promesse dell’ex sindaco al cospetto di tutti i soci e quanto ne è effettivamente conseguito (cioè il silenzio) sono fatti noti».
Il commento di Scandroglio è amaro: «Mi viene in mente, a proposito di legalità e ripristino delle regole quali invocate dall’ex sindaco, quanto recita l’art. 97 della Carta Costituzionale, e cioè che i pubblici uffici sono organizzati in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione con le connesse responsabilità dei relativi funzionari, e ciò in funzione del bene primario dei consociati che in loro hanno riposto fiducia. Ne traggano a questo punto i consociati medesimi le relative conclusioni».
P. Vac.
f.artina
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